Posta & risposta a proposito dell’intervista a Enrico Letta
Posta & risposta Le interviste del manifesto prima del voto
Posta & risposta Le interviste del manifesto prima del voto
Il 4 settembre il manifesto ha pubblicato una lunga intervista a Enrico Letta. Alcuni lettori ci hanno scritto. In calce la nostra risposta.
La redazione consiglia:
Letta: «M5S resta il partito di Grillo. Non sono progressisti»Letta? Anche basta…
L’anno prossimo fanno cinquant’anni che leggo tutti i giorni “il manifesto” dopo averlo sostenuto in tutti i suoi momenti di crisi ed essere regolarmente abbonato dai primi anni Ottanta, ma da qualche mese il “mio” giornale mi sta veramente facendo venire il latte alle ginocchia. Domenica mattina ad esempio. Titolo di apertura in prima pagina: Letta che proclama che Conte non è di sinistra e che se arriva Meloni addio aborto. Che Conte non sia di sinistra va da sé, ma che a proclamarlo – sottinteso: “io lo sono, votate me!” – sia l’alfiere storico del neoliberismo tra gli eredi della Democrazia Cristiana è una roba che dovrebbe essere vietata per legge e “il manifesto” invece gli fa da megafono. “A tutto campo”, per giunta. Riguardo poi all’altro proclama – “se arriva la Meloni” – il mio giornale dovrebbe farsi un obbligo di ricordare tutti i giorni, su tutte le pagine, una per una, che se “arriva la Meloni” e magari riesce a rivoltare la Costituzione come un calzino, c’è un responsabile principale di questo orrore: il Pd e i suoi antesignani ex comunisti ed ex democristiani, col micidiale combinato disposto dell’adesione fuori tempo a un neoliberismo duro e puro e trent’anni di impegno tenace a “semplificare” il sistema elettorale. Letta? Anche basta, almeno voi!
Luigi Piccioni, Pisa
Il segretario Pd non ha mai risposto alle domande dell’intervista
Appena letta l’intervista al segretario del Partito democratico, già presidente dei Giovani del Partito popolare europeo dal 1991 al 1995, immediatamente il pensiero volge a una celebre dichiarazione del suo candidato al collegio uninominale di Bologna per il Senato:”Come diceva Forlani, potrei parlare per ore senza dire niente.”. Nonostante Andrea Carugati abbia posto domande specifiche ed incalzanti al “front runner” della coalizione di “centro sinistra”, il nipote di Gianni Letta è riuscito a non dare mai una risposta, richiamando sempre i soliti concetti (il pericolo della destra fascista, i valori europei e la “colpa” di Putin in Ucraina). In particolare supera il collega democristiano quando non risponde alla domanda sul perché il Pd possa allearsi con Fratoianni e Bonelli (sempre all’opposizione del governo Draghi) e ritenga inaffidabile il Movimento 5 stelle. Corrado Augias chiese a Casini come mai fosse così fortemente contro il divorzio, pur essendo divorziato un paio di volte. Pierferdi rispose che aveva il diritto di sostenere politicamente un argomento e comportarsi diversamente nella vita privata. L’intervistatore gli chiese se non fosse un atteggiamento un po’ schizofrenico.
Emanuele Carta
Così date credito al Pd
Nella lunga intervista a Letta si continua a dare credito a un partito, il Pd, che sta consegnando l’Italia alla peggiore destra possibile e che continua a sostenere, a tutto spiano, il liberismo draghiano e l’atlantismo guerrafondaio americano. Spiace che non siano emersi nell’intervista i nomi di Cottarelli e Casini quando Letta ha, senza vergogna, continuato a definire, una riga sì e una riga pure, il Pd di sinistra. Chi lo crede ancora si rassegni: non lo è. Da lungo tempo. Il lungo inevitabile cammino delle donne e degli uomini di Sinistra che Norma Rangeri ha evidenziato in un suo editoriale di diverse settimane fa, deve aver un punto di partenza ben chiaro: il Pd non può essere nostro compagno di viaggio.
Enzo Raffaele
Risposta, Siamo un giornale curioso
L’intervista a Enrico Letta di domenica 4 settembre rientra nel nostro lavoro giornalistico in vista delle elezioni del 25 settembre.
Come ha ricordato Emanuele Carta nella sua lettera, abbiamo posto al segretario del Pd tutte le domande che ci siamo fatti dentro la redazione del manifesto da luglio in poi, a partire dalla questione per noi più inspiegabile, e cioè la rottura dell’alleanza con il M5S.
Quanto alle risposte, ciascun lettore si formerà la propria opinione circa la credibilità del Pd e del suo segretario anche quando Letta avanza delle critiche alla stagione del Pd renziano e al jobs act.
Per quanto ci riguarda, riteniamo utile e interessante che Letta abbia deciso di esprimere posizioni diverse a quelle passate del suo partito- su temi cruciali come il lavoro e il precariato- in una conversazione con il nostro giornale.
Le reazioni stizzite di Renzi e degli altri acritici teorici del jobs act e della Terza via confermano che si è trattato di un’autocritica e di un cambio di linea che da tempo erano attesi e che segnano una cesura politica con il gruppo più sfacciatamente neoliberista che si ritrova attorno a Calenda e allo stesso Renzi.
Non riteniamo in alcun modo che ospitare le posizioni dei leader del campo progressista significhi fare da megafono a qualcuno di loro.
Abbiamo intervistato nelle ultime settimane- e non solo- il portavoce di Unione popolare Luigi De Magistris, il segretario di Rifondazione Maurizio Acerbo, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, numerosi esponenti del M5S.
Riteniamo utile che tutti i soggetti del centrosinistra e della sinistra si rivolgano tramite il manifesto ai nostri lettori, motivando le loro scelte e rispondendo alle domande che nascono qui in redazione.
Crediamo così di fare non solo il nostro lavoro di giornalisti, ma anche di dare un piccolo contributo politico contro le destre reazionarie che vengono già indicate da molte parti come ineluttabili vincitrici delle elezioni. (and.car.)
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