Acerbo (Prc): «Conte e Fratoianni, il terzo polo dipende solo da voi»
Intervista Parla Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: «Convinto che la maggioranza degli italiani sia contrario all’invio di armi agli ucraini, con una coalizione pacifista possiamo superare il 20%»
Intervista Parla Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: «Convinto che la maggioranza degli italiani sia contrario all’invio di armi agli ucraini, con una coalizione pacifista possiamo superare il 20%»
Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea sabato era a San Giovanni Rotondo, alla festa del partito, sperando in fondo di incontrare Giuseppe Conte, che invece era appena ripartito dopo una breve vacanza in Puglia.
Se lo avesse incontrato cosa gli avrebbe detto?
Che il M5S dovrebbe promuovere una coalizione contro la guerra, per i diritti sociali e per l’ambiente alternativa al centrodestra e agli altri draghiani della coalizione del Pd.
Ci sono più cose che vi accomunano al M5S che quelle che vi dividono?
Dai 5 Stelle ci hanno diviso tantissime cose sul piano culturale e per un certo qualunquismo che li ha caratterizzati, oltre che per la loro esperienza di governo di questi ultimi anni. Però sicuramente il M5S è un movimento popolare e perfino loro riescono ad essere più a sinistra del Pd. Non è difficilissimo, è vero. Ma il M5S ci è riuscito più volte su questioni essenziali, a partire dal reddito di cittadinanza contro il quale il Pd si è schierato per anni. E anche sulla guerra, anche se tardivamente avendo cambiato posizione solo in un secondo momento, ma comunque non sono stati dei fanatici atlantisti e guerrafondai come Letta. Inoltre Conte è per il salario minimo, che è una nostra rivendicazione. Se l’Italia in Europa è il Paese con l’età pensionabile più alta e l’unico in cui sono diminuiti i salari, c’è una responsabilità delle politiche neoliberiste di cui alfiere è il Pd.
Ma dal 2018 ad oggi al governo c’è stato più il M5S che il Pd.
Il nostro giudizio sul M5S in questa legislatura non è positivo. Però apprezziamo la rottura che sta operando e crediamo che – ma ora tocca ai 5 Stelle dimostrarlo – questa forza, nata come movimento di contestazione che ha dato una sponda alle classi popolari, potrebbe avere un’evoluzione positiva.
E chi altro dovrebbe esserci secondo lei in questa coalizione?
Mi rivolgo anche a Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Dico loro e a Conte che, se non nascerà anche in Italia una forza come Nupes in Francia con Melenchon, loro si prenderanno la responsabilità. Mi sembra che Conte invece scelga l’isolazionismo, dopo essersi alleato con tutti tranne con chi è effettivamente pacifista. Sinistra Italiana e Verdi si prendono i 3 collegi uninominali sicuri garantiti da Letta e rinunciano a fare un polo pacifista, sociale e ambientalista. A loro dico: la maggioranza degli italiani è contro l’invio di armi agli ucraini e contro l’aumento delle spese militari. Perché non facciamo come hanno fatto in Francia? Un terzo polo.
E una chiamata a Michele Santoro, non gliela vuole fare?
Santoro è sempre benvenuto, anche in «Unità popolare», la nostra lista con il sindaco di Napoli De Magistris, Potere al popolo ed altri movimenti.
Immagino. Comunque una coalizione con il M5S le permetterebbe di avere l’esenzione dal raccogliere le 60 mila firme necessarie. È per questo che si è unito alla protesta di Marco Cappato, insieme a Possibile e altri?
Con Cappato abbiamo inviato una lettera a Mattarella e a Draghi affinché, con un atto del Parlamento o meglio con un decreto del governo, permettano la raccolta delle firme anche in forma digitale, visti i tempi ristretti e la difficoltà di avere risposte celeri dai Comuni per l’autenticazione. Vanno raccolte 750 firme per ciascun collegio plurinominale (49 per la Camera, 26 per il Senato). In piena estate, con le città e gli uffici vuoti. Noi confidiamo nella nostra militanza e nella nostra lunga esperienza: ce la faremo. Ma credo che una coalizione a sinistra potrebbe portare ad un risultato molto migliore di quello attualmente prevedibile, perché si alimenterebbe di un atto politico forte. Se poi, come ho letto sul manifesto, Sinistra Italiana vuole raccontare che si tira indietro per via dello sbarramento al 10% per le coalizioni, a Fratoianni (e a Conte) rispondo che non è così: se la coalizione non supera il 10%, il più votato perde solo il recupero dei voti delle liste alleate che non raggiungono il 3%. Ma se non c’è coalizione quei voti non li avrebbero lo stesso. Quindi non perdono nulla.
Quale percentuale di voti vi aspettate con «Unità popolare»?
Non faccio previsioni, so che in Calabria con De Magistris candidato presidente della Regione abbiamo preso il 16% , e a Napoli abbiamo vinto due volte di seguito. Ma il terzo polo che sollecitiamo potrebbe superare il 20%.
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