I risultati delle elezioni di settembre, nonostante la prevedibilità dell’esito, hanno generato un clima di incertezza e un desiderio di dibattito che ha investito anche il forum del Collettivo digitale de il manifesto. Le migliaia di commenti, domande e considerazioni sul voto sono sembrate l’occasione ideale per dare voce e risposte ai lettori con la prima Assemblea del collettivo. «27 settembre: l’alba del giorno dopo» è stato l’esperimento inaugurale di una serie di futuri incontri virtuali tra la redazione e i suoi sostenitori.

All’interno del forum del nuovo social network, aperto ad agosto e riservato agli iscritti alla membership, in centinaia hanno condiviso i propri commenti e interrogativi. Ad alcuni di questi, i cronisti politici Andrea Carugati e Andrea Fabozzi hanno tentato di rispondere nel corso della diretta video.

Diversi dubbi in comune e più di una preoccupazione, dalla deriva conservatrice e autoritaria di un governo di destra a una apparentemente inarrestabile frammentazione delle forze politiche di sinistra. Uno dei leitmotiv del forum è proprio la mancata coalizione di Pd e M5s, ampiamente discussa anche tra le scrivanie della redazione, sui cui entrambi i giornalisti sembrano concordi: «Noi tutti qui dentro riteniamo che sia stata una scelta sbagliata quella di non fare un’alleanza elettorale nei collegi. Si vedano i risultati insoddisfacenti del Pd al Sud e in alcune regioni rosse come la Toscana.»

Il fallimento della sinistra è evidente e ognuno rintraccia cause diverse: per molti il punto debole è una inadeguata campagna elettorale incentrata sul voto utile, per altri, come Simona, sta nella necessità ricostruire un legame.

Simona
Tornare davanti ai luoghi di lavoro, che non sono più soltanto le fabbriche; ci vuole il contatto diretto e non soltanto quello telematico, che è comodo, ma non basta. Bisogna comunicare in modo semplice, spiegando che la politica fiscale della destra toglierà risorse per i servizi sanitari e sociali; occorre rilanciare i temi ecologici, evidenziando che rispettare la natura non impedisce lo sviluppo economico, anzi.

In questo quadro di debolezza, si teme una destra senza freni. Così Francesco Giuseppe, ma non solo, chiede se «si predispone lo smantellamento dello Stato», facendo riferimento alle dichiarazioni di Fdi su presidenzialismo, federalismo fiscale e regionalismo differenziato. Sventato il rischio di una maggioranza assoluta, per Carugati e Fabozzi il pericolo adesso sta nell’appoggio di chi non vede l’ora di sedersi con Meloni ai tavoli di discussione, come la «destra liberale» di Renzi e Calenda. Per una riforma costituzionale così complessa, ha rassicurato però Fabozzi, servono quattro passaggi parlamentari e almeno due anni di tempo.

Si è poi parlato di astensionismo e dei suoi effetti negativi sui ceti più deboli, della Lega come tallone d’Achille del nuovo governo, del ruolo che i sindacati possono avere nel rilancio della sinistra. Tra i commenti lasciati sul forum a partire dalle ventiquattro ore precedenti alla diretta e quelli scritti durante la live, il tempo non è bastato per rispondere a tutti. Sono stati, però, letti e commentati dalla redazione.

In chiusura, una riflessione sul ruolo del giornale, a partire dagli spunti dei lettori.

Gennaro
Mi piacerebbe che il manifesto diventasse uno spazio costante di aggregazione ed elaborazione di idee, di prese di posizione e di iniziative per una alleanza, se non proprio una federazione, dei già esistenti partiti/movimenti che si dichiarano di sinistra o semplicemente progressisti
Marcello
Credo che il quotidiano possa avere, come da suo patrimonio, un ruolo non marginale per dare un contributo nel generare inchiesta, discussione e azione ricostruttiva

È il commento di Marcello. Una risposta a questi appelli potrebbe essere proprio il Collettivo digitale, uno spazio di aggregazione, al di fuori delle piattaforme dei social network e delle logiche di profilazione, algoritmi, pubblicità e controllo dei dati. Un luogo di condivisione e scambio e non solo, citando Luigi Pintor, «Un giornale è un giornale è un giornale».

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