La capogruppo di Leu al Senato Loredana De Petris è netta: «Vorrei che tutti si rendessero conto che si sta profilando un vero e proprio disastro elettorale che porterà la destra a dilagare nei collegi».

Quali sono i motivi del disastro?
Una coalizione Pd, Azione, +Europa, Sinistra italiana ed Europa verde, priva di qualsiasi cemento progettuale comune, non può che essere perdente. La situazione era difficile già prima e con la chiusura del patto con Carlo Calenda e Benedetto Della Vedova si è aggravata. Naturalmente si tratta di un accordo legittimo e ogni partito si allea con chi vuole, ma se l’idea è quella di andare tutti uniti contro la destra di Giorgia Meloni, se cioè deve essere una Santa alleanza, allora perché tenere ostinatamente fuori i 5S? E neppure si può agitare il governo Draghi come la pregiudiziale perché altrimenti si dovrebbe chiudere la porta a Si, che è sempre stata all’opposizione. Decretare la fine del campo largo mi sembra incredibile.

Il patto prevede l’adozione dell’agenda Draghi, è questo che serve al Paese nei prossimi anni?
C’è scritto agenda Draghi ma a me sembra il programma Calenda con i rigassificatori, che si portano dietro l’idea di militarizzare il territorio per imporre alla popolazione questo tipo di infrastrutture, il ritorno al fossile e alle tecnologie estrattive altamente impattanti sull’ambiente. Non lo dicono in modo esplicito ma è chiaro che dietro l’angolo c’è la scelta pro nucleare. Guardando le immagini post accordo, pare evidente che Calenda ha assunto la posture del leader dello schieramento imponendo i temi in modo prepotente. Il rischio è che scompaiano dalla campagna elettorale questioni dirimenti come, da un lato, il cambiamento climatico, la siccità, la crisi idrica; dall’altro temi sociali fondamentali come il salario minimo, che è stato incluso nel patto salvo aggiungere la revisione del Reddito di cittadinanza che però va letto come ridimensionamento. Sul fisco, ad esempio, c’è un timido richiamo alla progressività che è il minimo sindacale visto che è in Costituzione. Quando, invece, al paese serve riconversione ecologica e innovazione, lotta al lavoro povero e alle disuguaglianze. Temi su cui aveva lavorato Leu con Pd e 5S.

É ancora possibile un diverso assetto delle alleanze?
A questo punto mi pare che il campo largo sia definitivamente archiviato dopo l’accordo con Calenda. I 5S però ora possono fare un’operazione più forte e incisiva su agenda sociale e ambiente, aprendosi alle componenti che hanno lavorato su questi temi. I pentastellati hanno la responsabilità di impegnarsi per far vivere un’agenda alternativa a quella di Draghi e su questo dovrebbero puntare come proposta per il Paese. Il Movimento può essere ancora il punto di riferimento anche nel prossimo parlamento.

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