Silvestri (M5s): «Al centro ci sono i progetti. Alleanze? Ne discuteremo»
Non c'è campo «Al centro ci sono i progetti. Alleanze? Ne discuteremo»
Non c'è campo «Al centro ci sono i progetti. Alleanze? Ne discuteremo»
Francesco Silvestri, neo-capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera in seguito alle dimissioni del dissidente Davide Crippa, non chiude del tutto all’ipotesi di alleanza con altre forze.
«La nostra alleanza è con i cittadini, con gli ultimi, con le associazioni, con le tante energie civiche del nostro paese e sono certo che saremo la vera sorpresa di questa tornata elettorale», premette. Poi però precisa: «La nostra agenda politica al contrario di altre fantomatiche agende, è molto chiara. Se qualcuno vorrà affiancarsi a noi su quei temi, ne discuteremo».
Ha fatto ormai diverse campagne elettorali con il M5S. Cosa distingue questa da quelle del 2013 e 2018?
In realtà ci sono molte cose di questa campagna elettorale che ricordano quelle precedenti, a partire dal fatto che ancora una volta il Movimento 5 Stelle correrà da solo contro tutti, contro le ammucchiate, contro i compromessi al ribasso. Un M5S forte dei suoi principi e dei suoi valori, consapevole della propria identità. La vera novità è però data dalla nostra felice esperienza di governo, rappresentata dal nostro leader Giuseppe Conte. Il M5S ha dimostrato di saper fare e di saper fare bene, dal reddito di cittadinanza al Superbonus, dalla gestione della pandemia che ha fatto apprezzare l’Italia in tutta Europa alla legge anti-corruzione. Abbiamo mantenuto gran parte degli impegni assunti con i cittadini.
Virginia Raggi sarà della partita? Risulta candidabile?
Sul secondo mandato si è scelta la coerenza con i nostri valori e le nostre regole. Virginia è e sarà sempre un punto di riferimento per il M5S e in questa fase, la sua presenza nel comitato di garanzia è un valore aggiunto. Lo stesso discorso vale per gli amici e i colleghi che hanno raggiunto il limite dei mandati. Resteranno tutti protagonisti in un M5S che non può fare a meno delle loro competenze, sia tecniche che politiche.
È capogruppo in questo ultimo scorcio di legislatura dopo essere stato tesoriere. Come è cambiato il gruppo in questa legislatura?
Siamo arrivati in tantissimi. Oggi, dopo che vari parlamentari hanno lasciato per andare in altri gruppi, abbiamo un gruppo certamente più coeso e più coerente con i principi e i valori che ci siamo dati.
Pensa che tutti quelli che sono passati con Di Maio alla luce degli ultimi fatti si siano pentiti?
Se, come pare, il risultato di questo addio al M5S sarà stare insieme a Gelmini, Tabacci e Calenda e ottenere oltretutto la candidatura del solo Di Maio, tra l’altro nelle liste del Pd, credo proprio che in tanti dovranno riflettere sulla loro scelta. Tra l’altro, vorrei ricordare che la scelta di tanti di loro è passata da una specie di improvvisa abiura dei valori e dei principi sostenuti per tanti anni e grazie ai quali hanno conquistato il loro spazio in parlamento. A molti di loro mi verrebbe da chiedere: alla luce dei fatti, ne valeva davvero la pena?
Crede che i giochi per le alleanze siano chiusi?
Per noi al centro restano i temi e i progetti. Non siamo come la destra che per due anni litiga stando per metà all’opposizione e per metà al governo, per poi ritrovarsi unità sulla spartizione dei collegi. E non siamo come certa sedicente sinistra che pur di provare a sopravvivere imbarca di tutto, a cominciare proprio da esponenti storici del centrodestra.
Soffrirete il fatto di non prendere il voto trasversale, anche da destra, come prima?
Noi crediamo che i temi che noi proponiamo siano trasversali. I poveri, chi ha stipendio da fame, chi non riesce a pagare le bollette sono ovunque, purtroppo, e le nostre ricette non sono ideologiche ma molto pratiche. Il reddito di cittadinanza, ad esempio, immagino abbia aiutato anche molti cittadini che votano destra. Anche la transizione ecologica virtuosa, così come la ripresa economica, sono priorità universali, avvertite da tutti. Mi chiedo, semmai, come faranno a destra e a sinistra a mettersi d’accordo su posizioni che al loro interno sono a volte persino opposte. Come farà ad esempio un elettore di sinistra a votare una coalizione nella quale sono presenti Carlo Calenda, sponsor del nucleare o Mariastella Gelmini autrice dei tagli alla scuola e contraria al salario minimo e del tutto insensibile alle questioni che riguardano i diritti civili?
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