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Tagli a università e agricoltura per fare i centri in Albania

Tagli a università e agricoltura per fare i centri in AlbaniaStretta di mano tra i primi ministri Edi Rama, a sinistra, e Giorgia Meloni, a destra – Ansa

Il testo del ddl firmato da Mattarella L'intesa con Tirana costerà oltre mezzo miliardo. 142 milioni di euro solo nel 2024. Smentito il governo

Pubblicato 11 mesi faEdizione del 19 dicembre 2023

Oltre 142 milioni di euro nel 2024, quasi 645 nei cinque anni di validità (prorogabili). È quanto costerà ai contribuenti italiani l’intesa tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e l’omologo Edi Rama per rinchiudere nei centri di trattenimento in Albania i migranti soccorsi in alto mare dalle navi italiane. Soldi che l’esecutivo è andato a cercare raschiando il fondo del barile degli accantonamenti di quattordici ministeri.

Tra avvio e implementazione del piano quinquennale quello dell’Economia sborserà 103 milioni di euro. Seguono Esteri (88), Agricoltura (72), Università e poi Trasporti (entrambi intorno ai 57). Finiranno in Albania anche 41,3 milioni di euro destinati a Lavoro e politiche sociali insieme, paradossalmente, a 37 del dicastero intitolato al Made in Italy. Ovviamente sostengono in forze anche Difesa e Interno, più a sorpresa Turismo. Contributi minori sono previsti dalle casse ministeriali di Salute, Istruzione, Cultura e Ambiente.

FINORA OGNI NUOVO documento rivelato dai giornali aveva mostrato stime ritoccate leggermente verso l’alto, stavolta l’aumento è più consistente e si tratta di numeri ufficiali. Sono messi nero su bianco nel testo del disegno di legge per la ratifica del protocollo con Tirana che il capo dello Stato Sergio Mattarella ha firmato ieri. Autorizzando così la presentazione alle camere.

Cifre che superano tutte le previsioni avanzate dagli esponenti della maggioranza di governo dopo la firma del protocollo, il 6 novembre scorso: ancora due settimane fa il titolare della Farnesina Antonio Tajani prometteva che alla fine sarebbero stati impegnati «meno di 200 milioni». Cifre che restano ancora parziali: mancano almeno due voci importanti che faranno crescere ulteriormente la spesa complessiva.

Nella legge, infatti, non si parla né dei costi della gestione dei tre centri d’oltreadriatico (hotspot; struttura di trattenimento dei richiedenti asilo; centro di permanenza per i rimpatri), né di quelli dei trasferimenti navali dalle acque internazionali dove saranno salvati i migranti (aspetto che tecnicamente resta tutto da chiarire).

PER LA REALIZZAZIONE delle strutture serviranno 39 milioni di euro. Saranno divisi tra Interno (31) e Giustizia (8). Singolare che in questo capitolo non compaia la Difesa, che era stato individuato come il ministero competente per costruire i campi rendendo abitabili aree che al momento risultano fatiscenti, dal porto di Shengjin all’ex base militare di Gjader. Destinati al Viminale anche 7,4 milioni per gli strumenti logistici.

Capitolo a parte è quello del fondo di garanzia e dei rimborsi allo Stato albanese: 28 milioni il primo anno, 16,5 ognuno di quelli successivi. Previsti poi dei soldi per le trasferte degli avvocati italiani dei migranti ammessi al gratuito patrocinio: quando, invece di partecipare a colloqui e udienze da remoto, raggiungeranno i loro assistiti avranno diritto a un rimborso spese per viaggio e alloggio fino a un massimo di 500 euro.

CONFERMATO IL NUMERO di assunzioni per la Commissione territoriale sull’asilo competente sui centri extraterritoriali che era circolato nelle bozze: 45. Il ministero della Salute darà invece 11 nuovi incarichi: cinque dirigenti sanitari con profilo medico e sei funzionari. Altri 28 lavoratori del comparto li assumerà l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), deputato a svolgere funzioni di assistenza.

La quantità di personale in arrivo non torna con i 3mila migranti che Meloni ha trionfalmente annunciato di delocalizzare ogni mese, per un totale di 36mila l’anno. Nel ddl, del resto, è questo il numero più importane che manca. Che le persone trattenute nei centri cresceranno nel tempo, e dunque all’inizio saranno meno di quanto dichiara la premier, si deduce anche dalle cifre per straordinari delle forze dell’ordine e procedure d’asilo che aumentano ogni anno.

IL GOVERNO CONTINUA a fare il vago su questo particolare, di non secondaria importanza per capire la portata dello spreco economico che l’intesa rappresenta. In un documento riservato visionato dal manifesto era scritto 720 posti. Meno di un quarto del pieno regime previsto dal progetto, ammesso parta davvero.

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