Maysoon Majidi è cittadina onoraria di Riace ma il processo non è ancora finito
Fortezza Italia Il 27 novembre è attesa a Crotone la sentenza di primo grado. Intanto Marjan Jamali, l'iraniana arrestata per le stesse ipotesi di reato, è con il figlio ai domiciliari
Fortezza Italia Il 27 novembre è attesa a Crotone la sentenza di primo grado. Intanto Marjan Jamali, l'iraniana arrestata per le stesse ipotesi di reato, è con il figlio ai domiciliari
In attesa del definitivo proscioglimento da tutte le accuse (la sentenza di primo grado è prevista il 27 novembre a Crotone) la regista e attivista curdo-iraniana Maysoon Majidi, scarcerata il 22 ottobre «per assoluta mancanza di indizi a suo carico», vive a Riace. E da ieri è cittadina onoraria del comune della Locride. Al termine di un’affollata cerimonia nel palazzo del Municipio, alla presenza di Laura Boldrini, deputata dem e presidente della commissione per i diritti umani della Camera, e del sociologo Luigi Manconi, presidente dell’associazione A buon diritto, il sindaco ed europarlamentare Mimmo Lucano le ha ufficialmente conferito il titolo. Nella stessa seduta è stata altresì approvata una mozione di riconoscimento dello Stato di Palestina.
Atti di coraggio in controtendenza con le scelte del governo italiano, che continua a sostenere Israele e nulla fa per garantire la sicurezza di persone come Maysoon. E come Marjan Jamali, l’altra migrante iraniana arrestata per le stesse ipotesi di reato, ovvero favoreggiamento dell’immigrazione irregolare. Maysoon non ha dimenticato il caso analogo di Marjan. E dopo aver presenziato all’udienza del suo processo presso il tribunale di Locri le ha dedicato il titolo ricevuto ieri. Dopo sette mesi in carcere, separata dal suo bambino, da fine maggio Marjan ha ottenuto i domiciliari in una struttura protetta, anch’essa nella Locride, a Camini.
Sospesa in una bolla, in attesa di sapere se uno Stato che si professa libero e democratico la punirà (con una pena che può arrivare nel suo massimo edittale a 15 anni di carcere) per aver migrato in cerca di una nuova vita insieme al figlio di 9 anni (che le sarebbe stato sottratto perché in Iran in caso di separazione i figli maggiori di 7 anni vengono affidati al padre). Maysoon e Marjan: due casi speculari, entrambi imperniati su deposizioni inattendibili, indizi insufficienti, dichiarazioni mal tradotte, procedure grossolane.
Molto emozionata la presidente Boldrini, anch’ella cittadina di Riace dal 2013: «Consegnare l’onorificenza a Maysoon, finalmente libera, è una grande gioia – ha dichiarato al manifesto -. L’ho conosciuta a febbraio mentre era detenuta a Castrovillari e poi rivista nel carcere di Reggio. La sua storia di attivista, artista, donna curdo-iraniana fuggita dal regime teocratico mi è apparsa subito coerente e credibile. Invece di accoglierla e darle la libertà e la sicurezza che cercava, l’Italia l’ha messa in prigione. Sono fiduciosa che la magistratura giudicante farà chiarezza sulla sua storia. Darle la cittadinanza onoraria di Riace è un modo per farle sentire che l’Italia è anche capace di accogliere e ascoltare chi scappa dai regimi e si batte per i diritti».
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