Internazionale

L’Unhcr apre agli «hub per i rimpatri»

Un’operatrice Unhcr assiste dei migranti a Samos, in Grecia foto di Christian Charisius /ApUn’operatrice Unhcr assiste dei migranti a Samos, in Grecia – Christian Charisius / Ap

Migranti Secondo l’agenzia Onu la proposta di Ursula von der Leyen, sposata dalle destre europee, può andar bene ma ad alcune condizioni. Intanto la nave Libra è pronta a tornare in azione per le deportazioni in Albania

Pubblicato 2 giorni faEdizione del 3 novembre 2024

«Gli hub per i rimpatri possono funzionare come un incentivo affinché i richiedenti a cui è stata rifiutata la domanda d’asilo tornino a casa, perché non sono più sul territorio europeo». Così ha detto Jean-Nicolas Beuze, rappresentante a Bruxelles dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), a EUobserver. L’articolo è apparso mercoledì sulla testata giornalistica specializzata in politica Ue.

SI TRATTA di un’apertura di tutto riguardo per i piani della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, intervenuta nelle scorse settimane nel dibattito scatenato dai centri in Albania con una proposta ancora più ambigua. Ovvero istituire fuori dal territorio dell’Unione dei centri dove rinchiudere, in attesa del rimpatrio, i migranti che non hanno ottenuto la protezione internazionale.

Dunque strutture di natura diversa da quelle di Shengjin e Gjader, pensate dal governo italiano per processare le richieste d’asilo prima che i cittadini stranieri entrino nel territorio nazionale. Gli stessi portavoce della Commissione, consapevoli delle difficoltà giuridiche e logistiche, hanno dovuto chiarire che la legislazione in vigore non permetterebbe il trasferimento dei «diniegati» in paesi terzi, di cui non hanno la nazionalità. Comunque è chiaro che si tratta di un piano di lavoro concreto per istituzioni europee segnate dal peso crescente delle destre.

COME AVVIENE SEMPRE al momento di sdoganare pratiche di gestione dell’immigrazione con un potenziale impatto sui diritti fondamentali dei cittadini stranieri, Unhcr mette dei «paletti» alle possibili novità. In questo caso sono due. La prima è che gli Stati Ue, scrive Beuze sul suo profilo X, devono in primis «investire nell’aumento dei rimpatri “volontari” dei richiedenti asilo respinti». La seconda che agli espulsi va garantito accesso a «strutture sanitarie adeguate, educazione, etc.» e che i centri devono rispettare il diritto europeo e internazionale. Del resto, il contrario sarebbe assurdo.

Contro la proposta di von der Leyen si erano schierate diverse organizzazioni indipendenti che monitorano la situazione dei diritti umani. In un comunicato rilasciato a metà ottobre Amnesty International ha commentato così: «La vergognosa inversione di rotta della Commissione europea sugli hub di rimpatrio e sugli altri cosiddetti “metodi innovativi” per contrastare la migrazione è estremamente allarmante».

LE SCELTE DI UNHCR avevano sollevato perplessità anche rispetto al protocollo Meloni-Rama. Ad agosto l’agenzia per i rifugiati ha fatto sapere che avrebbe svolto una funzione di monitoraggio sia sulle navi coinvolte nel progetto che nell’hotspot di Shengjin. Non si tratta di una partecipazione diretta al memorandum Roma-Tirana in quanto l’organizzazione svolge, con fondi indipendenti, un ruolo terzo di controllo delle procedure. A tre mesi dall’inizio delle operazioni pubblicherà le sue valutazioni.

In ogni caso il ministro per i Rapporti con il parlamento Luca Ciriani e quello dell’Interno Matteo Piantedosi hanno utilizzato la presenza dell’agenzia Onu per legittimare i trasferimenti. Dichiarazioni mal digerite da Unhcr che ha ribadito di non avere «alcun ruolo nelle procedure di screening e valutazione delle vulnerabilità». Ruolo che, invece, ha un’altra agenzia Onu: l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).

COSÌ È ANDATA al primo giro, infrantosi contro le non convalide dei trattenimenti disposte dal tribunale di Roma. Vedremo cosa succederà al secondo, ormai imminente. A sud di Lampedusa si apre oggi una finestra di beltempo. La nave Libra è pronta a tornare in azione. Stavolta, nonostante tutto, i numeri dovrebbero essere più alti.

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