Science conferma i dubbi del manifesto
Il caso Schillaci La vicenda delle immagini duplicate che riguarda il ministro della salute Orazio Schillaci diventa un caso internazionale. Anche la rivista statunitense Science, forse la più autorevole al mondo in campo […]
Il caso Schillaci La vicenda delle immagini duplicate che riguarda il ministro della salute Orazio Schillaci diventa un caso internazionale. Anche la rivista statunitense Science, forse la più autorevole al mondo in campo […]
La vicenda delle immagini duplicate che riguarda il ministro della salute Orazio Schillaci diventa un caso internazionale. Anche la rivista statunitense Science, forse la più autorevole al mondo in campo scientifico, dedica sul suo sito un’inchiesta indipendente sulle stesse ricerche controverse individuate dal manifesto.
Si tratta di otto pubblicazioni scientifiche in cui immagini identiche vengono utilizzate per illustrare esperimenti diversi tra loro.
L’inchiesta di Science si intitola «Possibile scorrettezza individuata nelle ricerche del ministro della salute italiano Orazio Schillaci» e la firma Michele Catanzaro, specializzato nel giornalismo scientifico investigativo. Anche l’inchiesta di Science verte sugli otto articoli scientifici con immagini duplicate e usate per illustrare esperimenti diversi con la stessa figura. E gli esperti internazionali interpellati dalla rivista statunitense confermano: quelle immagini non sono corrette e gli errori sono numerosi ma non si può stabilire, solo sulla base delle pubblicazioni, se si tratti di sviste o di frodi.
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Science conferma l’inchiesta del manifesto sul ministro SchillaciI sospetti dunque rimangono. «È possibile che un ricercatore abbia selezionato il file sbagliato nell’elaborare una figura» sostiene su Science Mike Rossner, presidente della società di consulenza Image Data Integrity specializzata nell’analisi delle frodi scientifiche.
«Se un gruppo di ricercatori commette errori apparentemente in modo ripetuto, significa che la loro gestione dei dati potrebbe avere qualche problema» spiega a Science Jennifer Byrne, docente di oncologia molecolare all’Università di Sydney (Australia).
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Elisabeth Bik: «Diversi articoli con lo stesso tipo di errore: è un’anomalia»Concorda la biologa olandese Elisabeth Bik, probabilmente la principale esperta mondiale di frodi scientifiche avendo identificato in carriera circa quattromila studi contenenti duplicazioni di immagini o altre anomalie. A lei si deve, ad esempio, la scoperta della truffa scientifica sulla presunta efficacia dell’idrossiclorochina durante la pandemia di Covid-19, che ha portato alla radiazione di Didier Raoult, fino ad allora uno dei più affermati microbiologi a livello mondiale. «Potrebbe trattarsi di approssimazione nell’annotazione di ciascuna immagine, o manipolazione intenzionale, visto che le figure scorrette in ciascuno dei casi sotto esame sostengono la tesi della ricerca» dice Bik. «In ogni caso, questo getta un’ombra sull’accuratezza degli altri risultati sperimentali ottenuti da questo laboratorio».
Visto che i sospetti riguardano così tanti articoli, l’università di Tor Vergata dove ha condotto le sue ricerche il ministro ed ex-rettore dovrebbe approfondire, secondo Bik. È d’accordo Daniele Fanelli, esperto in integrità della ricerca alla London School of Economics di Londra (Regno Unito): «È assolutamente necessaria un’indagine indipendente. Come in ogni istituzione scientifica rispettabile, un comitato indipendente senza conflitti di interesse dovrebbe investigare e poi richiedere correzioni o sanzioni se necessario».
È quanto avvenuto alla californiana Stanford University, dove una commissione ha indagato su alcune immagini duplicate in ricerche pubblicate a cavallo dell’anno Duemila dall’ex-rettore Mark Tessier-Lavigne. La commissione non ha individuato manipolazioni compiute direttamente da Tessier-Lavigne, ma lo ha costretto alle dimissioni per la mancata vigilanza sul suo gruppo di ricerca, di cui aveva firmato le ricerche contestate.
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Stanford, si dimette il rettore dopo le accuse di frode degli studentiIn Italia un simile organismo potrebbe insediarsi all’interno del Consiglio Universitario Nazionale o presso l’ateneo di Roma Tor Vergata. L’università, interpellata da Science, ha preferito non esprimersi nel merito.
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