Economia

Promessa rimangiata, alla Sanità solo briciole. E i privati ringraziano

Promessa rimangiata, alla Sanità solo briciole. E i privati ringraziano – Ansa

Manovra Nel 2025 non ci saranno assunzioni di medici e infermieri, tutto rimandato alla prossima legge finanziaria. Dai sanitari arrivano toni duri contro il «tradimento», i sindacati lanciano lo sciopero nazionale per il 20 novembre e una manifestazione

Pubblicato 2 giorni faEdizione del 24 ottobre 2024

Dopo l’esame del presidente della Repubblica, il disegno di legge sulla manovra finanziaria è stato depositato ieri alla Camera. Nel testo ci sono finalmente le cifre della spesa sanitaria. Nel 2025 il governo investirà 1,3 miliardi in più per la salute, che si aggiungono agli 1,2 miliardi già previsti dalla legge di bilancio dello scorso anno.

In totale, l’aumento di risorse per il Ssn ammonta a 2,5 miliardi di euro lordi. Sulle risorse che andranno a medici e infermieri bisogna però detrarre le tasse e si arriva così vicino al misero 0,4% del Pil che il governo ha comunicato a Bruxelles come aumento netto della spesa sanitaria, nemmeno un miliardo di euro. Sono pochi decimali in più e non la svolta promessa dal ministro della salute Orazio Schillaci, che aveva annunciato il probabile stanziamento di «oltre tre miliardi di euro» per reclutare medici e infermieri. Incauto.

«CON 1,3 MILIARDI non si raggiunge nemmeno la metà dei fondi necessari per tagliare le liste d’attesa e assumere nuovo personale sanitario» commenta la segretaria Pd Elly Schlein. «Scompare il piano straordinario per le nuove assunzioni. È una batosta clamorosa per il servizio sanitario nazionale». Le numerosissime dichiarazioni di ieri di parlamentari e dirigenti Pd sottolineano «il punto più basso del finanziamento alla sanità pubblica degli ultimi 15 anni» in rapporto al Pil. Marco Grimaldi (Avs) fa il confronto con la difesa dopo l’ok della commissione bilancio allo stanziamento di 400 milioni in favore della difesa aerea: «I soldi sono già disponibili dal 2025 fino al 2034» dice il deputato. «Però per la sanità i soldi non ci sono».

LA DELUSIONE è fondata. Dopo molte richieste di chiarimento, anche il governo infatti ammette che nel 2025 non ci saranno assunzioni di medici e infermieri ma solo «la programmazione da parte delle regioni del piano di assunzioni che verranno effettuate nel 2026» come spiegano fonti ministeriali alle agenzie. Tutto rimandato alla prossima legge finanziaria, dunque.

Dai sanitari arrivano toni duri contro il «tradimento». La manovra, denunciano i sindacati degli ospedalieri Anaao e Cimo-Fesmed e quello degli infermieri Nursing Up, «conferma la riduzione del finanziamento per la sanità rispetto a quanto annunciato nelle scorse settimane e cambia le carte in tavola rispetto a quanto proclamato per mesi». 150 milioni copriranno l’aumento dell’indennità per i medici, e in particolar modo per quelli che lavorano in pronto soccorso, per gli infermieri e le altre professioni del comparto.

Tenuto conto delle tasse, però, non è abbastanza. Al mese fanno «17 euro nette per i medici e 14 euro netti per i dirigenti sanitari – spiegano i sindacalisti – mentre nelle tasche degli infermieri arriverebbero circa 7 euro». Inoltre, «si è persa traccia del piano straordinario di assunzioni e dello sblocco del tetto di spesa per il personale» che impedisce alle Regioni di effettuare nuove assunzioni e favorisce il subappalto dei turni scoperti ai cosiddetti «gettonisti» a costi maggiorati per la sanità pubblica. «Non possiamo essere complici dell’ormai evidente smantellamento del Servizio sanitario nazionale» dicono i segretari delle tre sigle Pierino Di Silverio, Guido Quici e Antonio De Palma. E proclamano per il 20 novembre uno sciopero nazionale di 24 ore e una manifestazione. Con loro, annuncia Giuseppe Conte, sarà in piazza anche il Movimento 5 Stelle.

I SANITARI di Cgil e Uil hanno già manifestato sabato scorso e a maggior ragione ribadiscono le critiche al governo. «Date le carenze oggettivamente patite dai cittadini è grave che non ci siano risorse per le assunzioni di personale mentre si aumenta la spesa pubblica a favore della sanità privata» denuncia l’alleanza «intersindacale» tra i confederali, Aaroi (anestesisti), Fvm (veterinari) e Fassid (intercategoriale), che fissa un’altra manifestazione a Roma per il 13 novembre.

I SOLDI DESTINATI ai privati sono nel mirino anche della fondazione Gimbe, ascoltata ieri in Senato sul disegno di legge sul taglio delle liste d’attesa. «Il provvedimento – dice il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – per aumentare l’offerta punta sugli specialisti ambulatoriali convenzionati, sul privato accreditato e sul lavoro flessibile».

La norma in discussione infatti «aumenta le soglie per acquisto di prestazioni dal privato accreditato, oltre quanto già previsto dalla Legge di Bilancio 2024, mettendo sul piatto ulteriori € 184,5 milioni per i prossimi due anni» destinati soprattutto alla sanità privata di Lombardia e Lazio, dove il business è più fiorente. I cittadini non si accorgeranno nemmeno dei pochi soldi in più stanziati dal governo nella manovra: «Le risorse – spiega Cartabellotta – saranno in larga parte assorbite dai rinnovi di contratti già scaduti del personale sanitario».

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