Economia

Sono i cittadini a pagare la manovra: ai comuni 4 miliardi di tagli

Sono i cittadini a pagare la manovra: ai comuni 4 miliardi di tagliIl ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti – LaPresse

I tagli agli italiani La denuncia della Lega per le autonomie locali (Ali). L’austerità firmata da Meloni con l’Ue: Alle regioni tagliati 2,4 miliardi nei prossimi anni. La sindaca di Firenze Funaro: «Sono a rischio i servizi essenziali»

Pubblicato 2 giorni faEdizione del 26 ottobre 2024

La legge di bilancio voluta quest’anno dal governo Meloni sarà pagata dai cittadini che dovranno rinunciare a quattro miliardi di euro in servizi sociali e pubblici, cultura e istruzione o sport organizzati dalle regioni, dalle province e dai comuni oltre che dalle città metropolitane.

DOPO LE PRIME REAZIONI in ordine sparso, a causa dei rapporti di affiliazione che ci sono tra i presidenti di regione e sindaci di «destra» con l’esecutivo, ieri una lettura più oggettiva di quello che è scritto nella manovra è arrivata dalla Lega delle autonomie locali italiane (Ali) che associa diversi comuni, a cominciare da quello di Roma. Dopo una prima reazione da parte dei sindaci dell’Anci, associazione presieduta da Roberto Pella (Forza Italia), c’è un altro modo pubblico di interpretare una politica «di buon senso – ha detto Meloni – basata su priorità reali che non butta neanche un euro in cose cretine». La polarizzazione politica, persino sulla comprensione di testi evidenti, peserà molto nelle prossime settimane.

«LA LEGGE DI BILANCIO – ha fatto notare Ali che è presieduta dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri – è costruita quasi interamente sulle spalle degli enti locali e scarica i costi sui cittadini.I tagli agli enti locali hanno numeri molto pesanti: 4 miliardi di euro nel triennio, con 570 milioni per il 2025, di cui 140 milioni saranno a carico di Comuni Province e Città Metropolitane, che aumenteranno a 290 milioni dal 2026 al 2028 e a 490 milioni nel 2029».

LEGGENDO I CONTENUTI di una manovra che applica le regole capestro del nuovo patto di stabilità firmato dal governo Meloni con la Commissione Europea è possibile scoprire che per i soli Comuni ci saranno «1 miliardo e 300 milioni di tagli che si sommano a quelli già pesantissimi dello scorso anno e che non possono essere compensati da 100 milioni per l’accoglienza dei minori e dal contributo parziale per compensazione verticale della perequazione» osservano quelli dell’Ali.

IL GOVERNO HA PENSATO anche di bloccare le spese per gli investimenti il cui costo complessivo per il 2025 raggiungerà 1,6 miliardi. A tutto questo si aggiunge il «blocco del turn-over al 75% delle assunzioni che si trasformerà in un pesante indebolimento di tutte pubbliche amministrazioni».

SOLO PER GLI ENTI LOCALI, in totale, ci si prepara a 4 miliardi di euro in tagli. Poi ci sono quelli ai ministeri che possono arrivare addirittura a 7,7 miliardi. Anche se lì sarà tutto da vedere. Di solito, le «spending review» finiscono in nulla. Ma quella pensata da Meloni & Co., teoricamente al momento, fa paura.

SARA FUNARO, sindaca di Firenze, ha fatto un esempio concreto delle conseguenze che i cittadini dovranno pagare. «Nel 2024 i pensionamenti saranno 292, potremo riassumere solo 219 persone. Oltre 100 in meno a fronte di un piano di fabbisogno di personale per il 2025, basato sulla sostenibilità finanziaria e non sul turn over, che prevede 326 nuove assunzioni. Per il Comune di Firenze tutto questo potrebbe significare un taglio ai servizi di 6,2 milioni di euro per il 2025, di 7 milioni per il 2026 e il 2027. Senza dimenticare che questi tagli vanno considerati fino al 2029. C’è il rischio di mettere a rischio i servizi essenziali per i cittadini».

EUGENIO GIANI, presidente della Toscana, ha spiegato diversamente il rapporto tra i tagli agli enti locali e il mantenimento di un finanziamento del tutto insufficiente alla sanità che porterà i medici a scioperare il 20 novembre. «Eviterò il taglio alla sanità regionale togliendo le risorse alla spesa sociale prevista nel bilancio ordinario». Dunque, per garantire un servizio sanitario ridotto al minimo si toglieranno soldi al trasporto pubblico locale. Lo stesso, hanno fatto osservare in molti ieri, che è finanziato dalla manovra con cifre del tutto inadeguate. È il cane che si morde la coda. L’accelerazione del governo sui tagli è impressionante, ma non va dimenticato il fatto che l’austerità è in vigore da anni. Basta finire in un pronto soccorso per capirlo.

I TAGLI ALLE REGIONI andranno «dai 280 milioni nel 2025 ai 1,3 miliardi di euro nel 2027» ha sostenuto il presidente campano Vincenzo De Luca. «Abbiamo ereditato 8 miliardi di disavanzo, ridotti a 2,5. Dobbiamo accantonare 200 milioni ogni anno. Se arrivano altri tagli diventa complicato garantire i servizi essenziali». Quanto alla possibilità di cam

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