Europa

Choc Le Pen, Macron scioglie il parlamento

Marine Le Pen e il presidente di Rn Jordan Bardella Ansa a sinistra Emmanuel Macron Getty ImagesMarine Le Pen e il presidente di Rn Jordan Bardella Ansa a sinistra Emmanuel Macron – Getty Images

Il Rassemblement National al 31,5%, il partito del presidente francese, Renaissance, secondo ma con metà dei voti. Alle urne il 30 giugno

Pubblicato 5 mesi faEdizione del 10 giugno 2024

Una bomba. Emmanuel Macron convoca elezioni legislative anticipate: primo turno il 30 giugno, secondo il 7 luglio. Un’elezione europea ha per la prima volta un effetto nazionale dirompente, anche se le istituzioni non lo prevedono. Il Rassemblement national è arrivato in testa, con il 31,5% dei voti, Reconquête supera il 5. Renaissance, il partito di Macron, è al secondo posto ma con metà dei voti dell’estrema destra, sotto il 15%. Segue il Ps di Raphaël Glucksmann, al 14%. La France Insoumise potrebbe superare il 10%. I Républicains superano di poco il 7%. Gli Ecologisti si salvano per un pelo, appena sopra il 5% dello sbarramento. Il Pcf è fuori, meno del 3% necessario almeno per avere il rimborso delle spese.

Macron vede un «principale insegnamento» dal voto, «non un buon risultato per chi difende l’Europa, quindi per la maggioranza». In Francia l’estrema destra è al 40%, dice Macron, e la crescita dei «nazionalisti è un pericolo per l’Europa», è «un impoverimento» assicurato sotto tutti gli aspetti.

IL PRESIDENTE francese ha scelto di avanzare con un colpo di poker la resa dei conti, che sarebbe comunque arrivata in autunno, una paralisi politica visto che il presidente non ha la maggioranza e ci sono minacce di voti di censura sulla prossima finanziaria. Ma Macron prende un rischio vertiginoso: c’è la guerra in Europa e l’estrema destra è ambigua sulla Russia e sfida la protezione del clima, la Francia potrebbe presentarsi già alle Olimpiadi di Parigi con un primo ministro di estrema destra. Macron ha parlato di «decisione grave, pesante», ma che è «un atto di fiducia democratica, di fiducia nei francesi», che «vale di più che tutte le soluzioni arrangiate».

Stéphane Séjourné, ministro degli Esteri e segretario generale di Renaissance, precisa che il partito di Macron non presenterà candidati contro i parlamentari uscenti che appartengono all’area «repubblicana», cioè escludendo gli estremisti. Non è detto che i partiti dell’arco repubblicano lo seguano.

IL MONDO POLITICO è rimasto stupefatto dall’annuncio. Jordan Bardella, capo-lista Rn, aveva appena chiesto le elezioni alla luce dei risultati. Anche se il partito di estrema destra è impreparato, ed è su questo che Macron probabilmente vuole giocare. Gluksmann denuncia: Macron ha «obbedito alle esigenze di Bardella, ormai è il Rn che dà il tempo», «è un gioco pericoloso».
Le elezioni improvvise trovano la sinistra divisa e conflittuale. Ieri, subito dopo l’annuncio dello scioglimento dell’Assemblée nationale, Florence Guetté per la France Insoumise, ha affermato che le elezioni anticipate sono «logiche» dopo il risultato e ha rimesso in campo la carta dell’alleanza della Nupes, che ormai è in frantumi.

Per Jean-Luc Mélenchon, Macron «ha ragione» dopo aver subito «una sconfitta assoluta». Noi «non abbiamo paura del popolo» afferma il leader della France Insoumise, «abbiamo vinto il primo turno delle legislative nel 2022, possiamo vincere di nuovo». Mélenchon si rammarica che Macron «non abbia messo in gioco il suo mandato» di presidente. François Ruffin, concorrente di Mélenchon, invita a formare «un fronte popolare della sinistra». Olivier Faure, segretario Ps, parla di «unione utile». Anche gli Ecologisti chiedono l’unione a sinistra.

La Francia va per la sua strada, mentre l’Europa, anche se c’è stata una crescita dell’estrema destra, resta più o meno negli argini del passato, l’alleanza che ha determinato la guida degli ultimi cinque anni resta, Ppe, S&D e Renew (+5 seggi per il Ppe, 4 in meno per S&D, 20 persi da Renew). Mentre Macron annunciava la dissoluzione del parlamento, a Bruxelles Ursula von der Leyen stava dichiarando «vittoria».

Il presidente che si è presentato come europeista, fa un gioco nazionale. Nella speranza di smascherare il bluff dell’estrema destra. Un gioco estremamente pericoloso, solo tre settimane per ribaltare una situazione, che è fatta di scontento, di risentimento, di malumori. Alle europee, la lista Renaissance ha dimezzato i voti rispetto al risultato di Macron al primo turno delle presidenziali del 2022, mentre il Rassemblement national ha conservato il 90% di quelli andati allora a Marine Le Pen.

François Bayrou, pilastro della maggioranza, ha affermato che il voto per le europee è «molto significativo, è inutile nascondersi». Ha invitato a una «rifondazione, ricostruzione». Prima dell’annuncio di Macron, Renaissance ha commentato il risultato del voto come una «tragedia nazionale per la Francia», che porta a Strasburgo con il Rassemblement national il più grosso partito di estrema destra in Europa.

I CITTADINI francesi ieri sera erano molto perplessi per la decisione di elezioni anticipate. Una nuova campagna elettorale dopo quella appena conclusa. E il ricordo negativo del 1997 per l’allora presidente Jacques Chirac, che aveva perso le elezioni anticipate e aperto un periodo di coabitazione con il socialista Lionel Jospin. Oggi la «coabitazione» sarebbe di ben altra portata, con Jordan Bardella del Rn.

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