Commissione Ue, salta l’accordo sui vicepresidenti
Popolari contro Ribera, no a Fitto dei socialisti che minacciano di affossare il von der Leyen II. La maggioranza alternativa Ppe-destre oggi all’esame sulla deforestazione
Popolari contro Ribera, no a Fitto dei socialisti che minacciano di affossare il von der Leyen II. La maggioranza alternativa Ppe-destre oggi all’esame sulla deforestazione
L’accordo non c’è anche se la trattativa non si è interrotta. La rottura definitiva non è consumata, ma di sicuro in queste ore si costeggia l’orlo dell’abisso. Perfino l’ipotesi più estrema, ovvero quella di arrivare a un voto contrario alla Commissione von der Leyen II in toto, non è più esclusa da parte del principale partito della maggioranza, i socialisti di S&D. Tanto che anche la capogruppo, la spagnola Iratxe Garcia Perez, menziona ormai apertamente la possibilità di un fallimento.
Le posizioni intorno alla trattativa sui commissari si erano irrigidite già martedì in tarda serata. Durante l’audizione di conferma della ministra socialista spagnola Teresa Ribera – candidata alla vicepresidenza esecutiva con deleghe importanti alla supervisione del Green deal e alla Competizione – Ppe e destra avevano unito le forze per attaccarla sul caso dell’alluvione di Valencia, facendo crescere esponenzialmente il nervosismo tra i socialisti. Con queste premesse, ieri mattina la presidente della Commissione von der Leyen ha tentato una mediazione nella speranza di chiudere la partita.
CONVOCATI a Palazzo Berlaymont, sede dell’esecutivo europeo, i leader dei gruppi di maggioranza (Weber per il Ppe, Garcia Perez per S&D e Hayer per Renew), von der Leyen si è trovata di fronte a richieste molto distanti. I socialisti hanno chiesto di non dare a Raffaele Fitto la vicepresidenza esecutiva, oltre che di riesaminare le competenze del commissario designato ungherese Oliver Varhelyi, la cui audizione è stata contestata da più parti. Per il caso Fitto hanno proposto un metodo: prima si decide sugli altri cinque vicepresidenti in ballo, compresa Ribera, e solo dopo si passa all’esame del commissario italiano indicato da Giorgia Meloni.
PROPOSTE CONSIDERATE irricevibili dal Ppe, che ha da tempo blindato il ruolo Fitto e l’alleanza con Ecr. Tanto che la presidente della Commissione ha dovuto prendere atto che l’incontro è andato male e che per sbloccare lo stallo serve ancora del tempo.
A complicare ulteriormente la partita, entra anche il voto sulla deforestazione previsto oggi, a fine mattinata, durante la sessione miniplenaria del Parlamento europeo a Bruxelles. Si decide sul rinvio di un anno dell’entrata in vigore del regolamento che impone alle imprese di garantire che i prodotti venduti nell’Ue non siano all’origine di pratiche di deforestazione. E fin qui, anche i deputati del gruppo S&D sono pure d’accordo. In aggiunta però, il Ppe ha presentato una serie di emendamenti con lo scopo di annacquare la legge, non a caso una delle più importanti nel quadro del Green deal, che ha l’obiettivo di combattere la perdita della biodiversità e il cambiamento climatico. Se approvati dall’Aula, gli emendamenti rischiano di snaturare il provvedimento, tanto che a quel punto i socialisti ne chiederebbero il ritiro a von der Leyen (le leggi nell’Ue sono iniziativa della Commissione). Ma soprattutto, le modifiche «hanno la possibilità di passare solo con i voti dell’estrema destra», denunciano i socialisti. E segnerebbero così l’ennesima comparsa di una maggioranza alternativa Ppe-destre, per giunta su una legge chiave. La conseguenza sarebbe quella di portare S&D, Renew e Verdi al no finale nel voto sul von der Leyen II, certificandone la fine.
INTANTO INFURIA sull’asse Bruxelles-Roma la schermaglia politica sul commissario italiano. L’attacco più duro arriva direttamente da Giorgia Meloni. Prendendo di mira la delegazione Pd della segretaria Elly Schlein, la più numerosa nel gruppo S&D, la leader di FdI scrive su X: «A Raffaele Fitto, commissario italiano, va tolta la vicepresidenza della Commissione che la presidente von der Leyen ha deciso di affidare. L’Italia, secondo loro, non merita di avere una vicepresidenza della Commissione». Ribatte, sempre via social, che «Il tuo partito in Europa ha votato contro il programma di governo europeista», quindi «il problema siete voi, non Fitto», l’eurodeputato dem Matteo Ricci. Il suo collega Dario Nardella ricorda a Meloni come «nel 2019 eri contro la nomina di Gentiloni a commissario europeo e organizzavi addirittura una protesta davanti a Palazzo Chigi», mentre «oggi ci vuoi dire che bisogna votare Fitto senza se e senza ma perché altrimenti siamo contro l’interesse nazionale».
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