Ue, sulla vicepresidenza Fitto numeri in bilico
Eurocamera Tensioni nella maggioranza Ursula bis. La socialista García Pérez: «Se il patto con il Ppe non regge chiedete conto a Manfred Weber»
Eurocamera Tensioni nella maggioranza Ursula bis. La socialista García Pérez: «Se il patto con il Ppe non regge chiedete conto a Manfred Weber»
Si fa più complicata la partita per il via libera finale dei commissari del nuovo esecutivo europeo. Oggi è il giorno in cui verranno esaminati dall’Eurocamera i sei vicepresidenti esecutivi, e almeno per due, se non tre di loro, potrebbe esserci uno slittamento in vista. Questa mattina toccherà all’italiano Raffaele Fitto presentarsi davanti alla commissione parlamentare Sviluppo regionale, mentre a chiudere la giornata sarà la socialista spagnola Teresa Ribera. Tanto l’esponente di Fdi che la candidata di Pedro Sánchez sono soggetti a un domino che li vincola a passare o non passare entrambi, come ha ricordato pochi giorni fa il capodelegazione italiano del Ppe, Fulvio Martusciello, dopo gli allarmi rilanciati dal socialista francese Raphael Glucksmann, che la settimana scorsa aveva tuonato contro la vicepresidenza per Fitto.
Lo scenario plausibile è che su Fitto e Ribera (e forse anche sul francese Séjourné) si vada a un rinvio della valutazione, anche se di un solo giorno. Il cammino è stato tracciato dal caso Varhelyi, commissario designato da Budapest, che gli eurodeputati hanno «rimandato» la settimana scorsa, non convinti delle sue posizioni su aborto, diritti delle donne e vaccini. Quando le commissioni competenti – Ambiente e Agricoltura – si sono riunite ieri, hanno deciso di portare a mercoledì il giudizio sulle risposte del designato da Orbán. Questo perché non si è raggiunta la maggioranza necessaria dei due terzi dei coordinatori dei partiti, per il mancato consenso di tutta l’ala progressista della coalizione Ursula bis. E poi il differimento a domani sembra anche funzionale a comporre una sorta di «pacchetto» in cui le nomine potrebbero essere esaminate tutte insieme e tutte insieme approvate. Sempre se la trattativa in corso dietro le quinte tra Ppe e socialisti arriverà a un esito positivo.
Dalla riunione del gruppo socialista (S&D) di ieri sera è emerso un orientamento contrario alla vicepresidenza per Fitto. Una posizione sostenuta da quasi tutte le componenti principali tra gli eurodeputati socialisti, ma che ha creato non pochi problemi all’interno della componente italiana, in gran parte non ostile all’ex governatore della Puglia. Per i dem, infatti, il problema non è Fitto, bensì la «scelta politica che ha fatto Ursula von der Leyen», ossia «quella di inserire in maggioranza l’Ecr», ovvero Fdi, che proprio contro l’Ursula bis si era espresso nel voto di luglio. Di sicuro la sofferenza dei dem europei è determinata sia dall’uscita di Glucksmann come anche dalla pressione dei 5S a livello nazionale. «Dopo gli incidenti di Bologna, il Pd condanna giustamente la deriva fascista del nostro Paese, ma sarebbe imperdonabile se quello stesso partito sostenesse lo slittamento a destra della Commissione europea» affonda l’eurodeputato 5S Gaetano Pedullà.
Però i socialisti non hanno esplicitato ufficialmente la loro posizione. Come si esprimerà il coordinatore S&D, lo spagnolo Marco Ros Sempere in commissione Sviluppo regionale, lo scopriremo solo stamattina. Alla vigilia, la capogruppo S&D Iratxe García Pérez si limita ad affermare che «non si possono mettere sullo stesso piano Fitto e Ribera», perché mentre sulla socialista va rispettato l’accordo «tra noi e il Ppe, tra forze europeiste», per il commissario italiano, lo stesso non vale. Se poi il patto non regge «chiedete a Manfred Weber», cioè il capogruppo Ppe.
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