Le elezioni europee nei Paesi Bassi, finora, hanno un solo vincitore certo: l’astensione. Stando ai dati ufficiali, infatti, meno della metà degli elettori olandesi si è recata alle urne aperte dalle 7.30 alle 21 di giovedì: il 46,8%, in crescita rispetto alle elezioni di cinque anni fa quando la partecipazione si attestò a 5 punti in meno.

Secondo gli exit poll, pubblicati alla chiusura delle urne in attesa dei primi risultati ufficiali che verranno diffusi nella serata di domenica, in concomitanza con la fine delle procedure di voto anche nei restanti paesi europei, a conquistare la maggior parte dei 31 seggi assegnati ai Paesi Bassi al Parlamento europeo è stato il ticket rossoverde PvdA-Groenlinks: l’alleanza tra il partito socialdemocratico e quello verde potrebbe aver ottenuto in totale 8 seggi, uno in meno rispetto a quelli conquistati cinque anni fa e uno in più rispetto al rivale, il sovranista Pvv che pare essersi attestato a 7 seggi.

IL SUO LEADER islamofobo Geert Wilders non sembra quindi aver risentito delle lunghe trattative per il nuovo governo dopo il successo alle elezioni del 22 novembre, quando aveva conquistato la maggioranza relativa dei seggi alla Tweede Kamer, ottenendo 37 dei 150 seggi disponibili. Gli exit poll sembrano confermare il momento positivo per la destra sovranista, fermatasi cinque anni fa a zero deputati europei e ora balzata a sette.

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A conferma del buon risultato per entrambe le forze politiche sono arrivati anche i commenti dei due leader. «I partiti europeisti hanno ottenuto un ottimo risultato in queste elezioni, mandando un chiaro segnale al resto dell’Europa che non è necessario lavorare con questa destra estrema», ha detto a Euronews Frans Timmermans, ex vicepresidente della Commissione Europea e leader socialdemocratico, aggiungendo che «l’idea che la destra estrema avrebbe spazzato via tutti non si è concretizzata». Anche Geert Wilders, forte della crescita prospettata dagli exit poll, ha espresso soddisfazione: «L’Occidente si sta risvegliando, e si vedono partiti come il mio in crescita di consensi in tutta l’Unione Europea».

Al di là di quanto i risultati di domenica sera confermeranno questi exit poll, è certo che una parte importante dell’elettorato olandese ha disertato le urne in occasione delle elezioni europee, favorendo le forze dal profilo più europeista che sono state capaci di mobilitare i propri sostenitori per questa scadenza elettorale. «Gran parte delle persone che hanno votato per l’attuale maggioranza nelle elezioni dello scorso anno non ha partecipato a queste elezioni», scrive Nos, l’agenzia di stampa olandese sulla base dei dati raccolti da Ipsos I&O.

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LA COALIZIONE governativa, formata dal liberale Vvd, dal centrista Nsc, dal ruralista Bbb e dal sovranista Pvv, infatti, in virtù anche di una tendenziale simpatia per posizioni euroscettiche, sembra essere riuscita a conquistare meno della metà dei voti espressi con un calo evidente, soprattutto, di Nsc e di Bbb.

I due partiti, intenzionati ad aderire al Partito Popolare Europeo, sembrano destinati a portare a Bruxelles solo una piccola pattuglia: due parlamentari per Bbb e uno per Nsc. Quattro, invece, uno in meno di quelli avuti nella scorsa legislatura, sono quelli che spetterebbero al liberale Vvd (nel gruppo europeo Renew), che, dopo la lunga leadership dell’ex premier Mark Rutte, ha perso sia la posizione di primo partito dei Paesi Bassi che il suo ruolo di principale avversario del ticket rosso-verde PvdA-GroenLinks, a favore dell’alleato sovranista Pvv di Wilders.

A SINISTRA, gli exit poll oltre a predire il buon risultato del ticket rossoverde PvdA-Groenlinks, sembrano assegnare un seggio all’Europarlamento per la prima volta all’europeista Volt, che faceva riferimento al gruppo Greens/Efa, e a confermarne uno all’animalista PvdD, che già nella scorsa legislatura aveva un eurodeputato tra le file della Sinistra Europea.