Si può essere denunciati per un cartello esposto davanti alla propria scuola? Sì, è successo a Voghera. Lunedì due studentesse del liceo Grattoni si sono sedute davanti all’ingresso dell’istituto, senza bloccarlo, con in mano alcuni messaggi ecologisti. «Volevamo fare un gesto diverso dal classico volantinaggio per lanciare lo sciopero climatico del 23 settembre», racconta Anna.

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Gli studenti hanno risposto con molto interesse. La vice-preside si è detta d’accordo con le ragioni ma non con le modalità, chiedendo alle due di mettersi di lato. Dopo il secondo richiamo una delle tanti volanti che continuavano a passare di fronte alla sparuta protesta – composta da quattro cartelli, due manifestanti e tre sostenitori – si è fermata. «Due agenti ci hanno identificato. Poi è venuta la Digos. Ci ha chiesto di nuovo i documenti. Erano tranquilli, ma dopo aver avvisato il questore ci hann detto che saremmo dovute andare in questura. Insieme a un’amica che era lì a sostenerci», continua Anna. Così tre minorenni sono state denunciate per manifestazione non autorizzata. «Non abbiamo dato il preavviso perché quella non era neanche una manifestazione. Senza cori, megafono o occupazione della strada», dice Alberto Suescun, che ha sostenuto la protesta ma non ha ricevuto la denuncia.

Per il reato contestato si rischiano fino a sei mesi e 403 euro d’ammenda, ma è improbabile che venga davvero istruito un processo per un fatto simile. Il segnale, comunque, è stato lanciato: tolleranza zero. Proprio quella che in città invocava Massimo Adriatici, ex assessore leghista alla sicurezza accusato di aver sparato e ucciso il 39enne Youns El Boussettaoui il 20 luglio 2021.

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E anche alla Voghera leghista i Fridays for future (Fff) vogliono lanciare un segnale. Il nodo locale è nato dopo lo sciopero del 25 marzo scorso e sarà in piazza domani per la prima volta. «La siccità estiva e l’alluvione nelle Marche hanno moltiplicato la sensibilità sui temi climatici – dice ancora Anna – Finché le cose accadono lontano le persone non ci credono. Quando le toccano con mano capiscono che si stanno giocando il futuro».

L’episodio della cittadina lombarda ha avuto eco nazionale quando il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni lo ha collegato alle cariche di martedì contro le ragazze palermitane che contestavano Giorgia Meloni. «Tira una brutta aria. È un anticipo del futuro che ci aspetta?», ha chiesto Fratoianni. Ieri era insieme ai Verdi davanti alla sede centrale dell’Eni, a Roma, per chiedere di tassare al 100% i 40 miliardi di extraprofitti delle compagnie energetiche. «Con quei soldi possiamo fermare i rincari delle bollette», dice la formazione rosso-verde.

I due colori, ma non per filiazione partitica, saranno protagonisti dello sciopero per il clima che domani riempirà 70 piazze in Italia e altre migliaia nel mondo. Non solo perché il legame tra giustizia sociale e climatica è sempre più forte nelle rivendicazioni dei Fff, ma anche perché la Flc Cgil ha indetto lo sciopero di tutto il comparto scuola. Il sindacato chiede di puntare sulle fonti rinnovabili e adottare l’agenda climatica dei Fff. Nella convocazione dello sciopero ricorda anche Giuliano De Seta, il terzo studente morto in meno di un anno durante l’alternanza scuola-lavoro. «Vita e ambiente devono essere messi davanti agli imperativi di crescita e profitto», afferma la Flc.

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«Lo sciopero dei lavoratori della scuola è importantissimo. Soprattutto per gli insegnanti che ogni volta chiedono di partecipare alla nostra protesta. Queste piazze devono diventare intergenerazionali e costruire connessioni con il mondo del lavoro. Il nostro obiettivo è una transizione ecologica rapida ma equa, che non ricada sulle spalle di chi già vive difficoltà sociali ed economiche», afferma Luca Sardo, portavoce di Fff Italia.