La piattaforma dello sciopero globale per il clima in programma in tutto il mondo venerdì 23 settembre in Italia si intreccia con la campagna elettorale. Le piazze di Fridays For Future si riempiranno a due giorni dal voto e per questo – almeno nel nostro paese – le rivendicazioni del movimento intrecciano i programmi elettorali: «Volete il nostro voto ma ignorate la nostra voce» scrivono i giovani del movimento fondato dalla giovane attivista Greta Thunberg, che 213 settimane fa realizzò il suo primo e solitario school strike per protestare contro l’inazione dei governi di fronte ai cambiamenti climatici.

IL GLOBAL STRIKE di venerdì avrà come focus la necessità di rimettere al centro il benessere delle persone per sconfiggere la crisi climatica, superando un modello che pone i profitti come priorità. In Italia sono in programma manifestazioni e cortei in oltre 70 città e lo sciopero costituirà anche il culmine del lavoro svolto da Fridays For Future durante la campagna elettorale, per portare al centro del dibattito pubblico i temi e le misure necessarie per risolvere la crisi climatica e per garantire supporto alle persone più colpite dagli effetti della crisi energetica. Il movimento ha raccolto le proprie proposte all’interno di una «Agenda climatica», consultabile online, che declina decine di proposte e misure legate a trasporti e mobilità, energia, lavoro, edilizia e povertà energetica, acqua, cinque ambiti chiave per costruire una giustizia climatica globale.

LO SCOPO della protesta Fridays For Future è quello di riportare la crisi climatica e le soluzioni per affrontarla, che secondo l’organizzazione sono i «grandi assenti durante il dibattito elettorale», come spiega Agnese Casadei, portavoce di Fridays For Future Italia: «Il disastro avvenuto nelle Marche pochi giorni fa ci ricorda quali siano le conseguenze di ignorare la crisi climatica. La possibilità di evitare un aumento catastrofico delle temperature dipende dai prossimi 5 anni, e rischiamo che essi vengano sprecati da un Parlamento che non vede la questione climatica come prioritaria. Non possiamo permetterci che questo accada: la politica deve sapere che ignorare questo problema non è un’opzione se vuole ottenere il consenso da parte dei cittadini. Deve sapere anche che non agire oggi significa essere complici criminali della crisi più grande della storia dell’uomo».

Per questo, secondo il movimento votare non è sufficiente. Secondo Mathias Mancin, un altro dei portavoce di Fridays For Future Italia, «La partecipazione dei cittadini alla politica non può ridursi a mettere una crocetta un giorno. I cittadini dovrebbero poter dettare i temi di cui la politica si deve occupare, ma molti dei più gravi problemi degli italiani – la povertà energetica, la disoccupazione, la crisi climatica – sono invece rimasti senza risposte serie in questa campagna elettorale, lasciando milioni di persone senza una vera rappresentanza. Vogliamo portare in piazza la nostra voce non rappresentata. Se la politica vuole il nostro voto, deve ascoltare la nostra voce».

IERI INTANTO a New York Mario Draghi ha aperto il secondo appuntamento di Youth4Climate, l’incontro tra giovani di tutto il mondo a margine dell’assemblea generale delle Nazioni Unite. La due giorni, organizzata dal ministero della Transizione ecologica con il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, nasce per raccogliere le idee e le proposte dei giovani sulla lotta alla crisi climatica. Lo scorso anno la Youth4Climate si tenne a Milano, in occasione della PreCop26: 400 giovani firmarono un Manifesto, presentato poi alla Cop26 di Glasgow.