New York, alla parata di Halloween anche le “cat lady” per Kamala
Intervista Jeanne Fleming è la produttrice artistica della Halloween parade di New York. "Miao" il titolo dell'evento quest'anno a tema "gatto". Una risposta alle fake news elettorali di Trump e agli attacchi di Vance
Intervista Jeanne Fleming è la produttrice artistica della Halloween parade di New York. "Miao" il titolo dell'evento quest'anno a tema "gatto". Una risposta alle fake news elettorali di Trump e agli attacchi di Vance
Jeanne Fleming è la produttrice artistica della Halloween parade di New York, ruolo che ricopre dal 1985, dopo che il fondatore della parata, Ralph Lee, con cui lavorava dal 1983, ha deciso di non gestire più l’evento. È a Fleming che si deve la crescita della parata che è ora un evento seguito in tutto il mondo, grazie al suo lavoro con i comitati dei cinque quartieri di Manhattan, la polizia locale, i residenti, gli sponsor, le scuole e le organizzazioni comunitarie. La sfilata attira attualmente due milioni di spettatori e settantamila partecipanti. Il tema di quest’anno è “Miao”.
Come mai il tema della Halloween parade quest’anno sono i gatti?
Ciò che cerchiamo di fare è provare a leggere lo zeitgeist. Cosa sta succedendo nel mondo, cosa sta succedendo a New York City, e come si collega ad Halloween e ai miti antichi? Eravamo un po’ persi, poi un giorno JD Vance, ha detto quella cosa sulle gattare senza figli e tutto è cambiato. Non solo con l’arrivo di Kamala Harris era tornata la speranza, ma all’improvviso si scopre che New York City si considera l’epicentro delle gattare. Immediatamente abbiamo deciso di abbracciare questo tema e poco dopo Trump ha iniziato a parlare di mangiatori di gatti, per noi è stata la tempesta perfetta. E poi nella tradizione di Halloween ci sono le streghe, che hanno gatti neri, il loro animale di potere. Aggiungici uno dei musical iconici di Broadway, “Cats”, di Andrew Lloyd Webber. La star di quello spettacolo è Andre DeShields. È una leggenda di Broadway, famoso in tutto il mondo, ed è il nostro Grande Marshall.
Come avete rappresentato questo tema?
Costruendo pupazzi giganti di gatti che verranno radunati da bellissime spazzine, c’è una coreografia e una musica dedicata. Appena abbiamo lanciato “Miao” all’improvviso sono arrivati gli sponsor: aziende che producono cibo per gatti, che hanno gatti nel logo, una ditta che produce piccole caverne in cui i gatti vanno a dormire. È un tripudio di gatti, molto, molto divertente. E dobbiamo ringraziare JD Vance! E continuare a ringraziare Trump, che parla incessantemente di immigrati haitiani che mangiano gatti. Per cui abbiamo anche una band haitiana che sfila con i gatti.
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A New York City è una cosa personale, in particolare per le giovani donne, che hanno sogni e sono capaci. Vengono a New Yorke vivono in piccoli appartamenti, magari con coinquilini, e tutte hanno gatti. Spesso queste giovani donne non hanno figli. Ma chi diavolo se ne frega? Quanti uomini conosci che non hanno avuto figli? Ho anche scoperto che a New York ci sono 17 cat influencer. Non sapevo nemmeno che esistesse una cosa simile, ora lo so, e sono con noi.
La parata di Halloween ha un tocco politico. Come si esprime?
È una parata notturna, e questo opera un’inversione, quando coloro che sono meno potenti diventano potenti, e le persone sono travestite. Questo è un atto radicalmente politico perché va contro la “normalità”. È essenzialmente, come ogni carnevale, radicale nella sua stessa essenza perché capovolge la società.
Mi aspetto molte cat lady per Kamala in una parata a cui partecipano 70.000 persone che vengono e possono fare quello che vogliono.
Pensa che andrà tutto liscio?
Penso che arriverà molta gente e sono io a produrre la sfilata, con il Dipartimento di Polizia di New York City, che sono i miei coproduttori. Non potrei farlo senza di loro. É un evento per più di un milione di persone. Ma la polizia non può entrare a meno che non glielo chieda. Muoio dalla voglia di vedere se i poliziotti si mettono le orecchie da gatto.
La parata ha attraversato 51 anni di storia, quale è stata l’edizione più difficile o strana o bella di questi 51 anni?
Siamo stati il primo evento di massa dopo il 9/11, c’erano tiratori scelti sugli edifici, nessuno sapeva cosa sarebbe successo. Ricordo che quando abbiamo iniziato la parata, potevi letteralmente sentire uno spillo cadere. Era silenzioso. La gente era nervosa. Abbiamo iniziato la parata e abbiamo iniziato a suonare New York, New York. Quando abbiamo iniziato a camminare, potevi letteralmente sentire le persone respirare per la prima volta. Erano passate solo sei settimane e si è sentito respirare, e gradualmente esultare. È stato incredibile. L’anno scorso poco prima che iniziassi il corteo, il capo della polizia è venuto da me e mi ha detto: se c’è una manifestazione pro Palestina e saltano le barricate cosa vuoi che facciamo? Ho detto: se vengono e sono in costume e non disturbano il corteo, ma saltano e marciano, possono restare. Ma se cominciano a fare qualcosa di pericoloso, allora devo chiamarvi. Non è successo niente. Ed è quello che spero per quest’anno.
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