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Navi quarantena verso lo stop

Navi quarantena verso lo stopImbarco su una nave quarantena – LaPresse

Mediterranea L'ordinanza del ministro della Salute sulle «disposizioni relative agli ingressi sul territorio nazionale» scade il 31 maggio e non dovrebbe essere rinnovata

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 31 maggio 2022

Il ministro della Salute Roberto Speranza si avvia a non rinnovare l’ordinanza del 22 febbraio 2022 che all’articolo 1 prevede le «disposizioni relative agli ingressi sul territorio nazionale». La misura è stata prorogata due volte e scadrà il 31 maggio. Stabilisce che chi non è in possesso di greenpass, certificato di guarigione o esito negativo del tampone deve osservare cinque giorni di quarantena all’arrivo in Italia. 

Un’ambigua interpretazione di questa norma ha costituito la base legale per prolungare l’operatività delle navi quarantena oltre lo stato di emergenza, terminato il 31 marzo scorso. In mare sono rimaste l’Aurelia e l’Azzurra di Gnv (a un costo di circa 16 milioni di euro per i soli mesi di marzo e aprile). L’isolamento galleggiante ha riguardato solo i migranti soccorsi da Ong e quelli sbarcati autonomamente in Sicilia, anche quando il tampone effettuato all’arrivo ha dato esito negativo.

Questo tipo di unità navali dipendono dal ministero dell’Interno e in particolare dal capo del dipartimento libertà civili e immigrazione, che ne è il soggetto attuatore. A meno di colpi di scena da parte del Viminale, dal primo giugno torneranno a svolgere la loro funzione iniziale: trasportare turisti.

Le navi quarantena sono rimaste in funzione per due anni. Legate al decreto interministeriale «porti chiusi» del 7 aprile 2020, sono state istituite cinque giorni dopo dal Capo dipartimento della protezione civile. Hanno ospitato migliaia di migranti. Dall’autunno 2020, dopo il decesso di due ragazzi, i minori non accompagnati non sono più saliti a bordo. 

A dicembre di quell’anno 150 organizzazioni non governative ne hanno chiesto la fine definendole «hotspot galleggianti». In effetti per molti cittadini tunisini hanno funzionato come l’anticamera del rimpatrio. Dopo il termine dello stato di emergenza il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ne ha denunciato l’uso improprio affermando che «perseverare con l’utilizzo delle navi quarantena configurerebbe una illegittima privazione della libertà personale».

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