Tirana, arriva la protesta anti deportazioni
In nome della legge Ieri nella capitale prima conferenza stampa del Network Against Migrant Detention
In nome della legge Ieri nella capitale prima conferenza stampa del Network Against Migrant Detention
«I primi di dicembre saremo in Albania per un’ampia mobilitazione dal basso che raggiungerà i luoghi simbolo della repressione della libertà di movimento, da Shengjin a Gjader». Il Network Against Migrant Detention, alleanza di realtà albanesi e italiane contro la detenzione amministrativa e la deportazione delle persone migranti, ha tenuto ieri una conferenza stampa nel parco Fan Noli, a pochi metri dal parlamento di Tirana. Ad aprirla gli interventi delle organizzazioni locali: «Gli albanesi continuano a essere uno dei gruppi più deportati in Europa – spiega ai giornalisti un’attivista del gruppo Other Europe – Non possiamo permettere che il nostro paese venga occupato per replicare su altri migranti quello che abbiamo subito noi in tutto questo tempo».
L’ATTIVISTA ricorda che «un anno fa il presidente Rama giustificò l’accordo come un debito morale che noi albanesi dobbiamo all’Italia per la sua benevolenza e accoglienza negli anni Novanta. Ma noi non dimentichiamo come migliaia di nostri connazionali vennero rinchiusi nello stadio di Bari, lasciati per sette giorni senza acqua né cibo. Non dimentichiamo le nostre sorelle rapite alla luce del giorno, spinte sui gommoni e trafficate per subire abusi di ogni genere. E non dimentichiamo la tragedia di Otranto, quando le navi della marina tricolore causarono l’affondamento della Katër i Radës, uccidendo 81 persone».
Gli attivisti italiani giunti a Tirana nelle scorse ore, dopo una nutrita assemblea tra decine di realtà sociali
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