L’Italia si è tolta la mascherina, ha eliminato il greenpass e riaperto tutto, ma le navi quarantena restano in mare. Due: la Azzurra e l’Aurelia. Fanno la spola tra Lampedusa, Porto Empedocle, Augusta, Messina. Caricano e scaricano migranti sbarcati in autonomia o soccorsi dalle Ong. Gli unici costretti all’isolamento sanitario galleggiante. L’ultima proroga scadrebbe tra una settimana, ma secondo alcuni addetti ai lavori dovrebbero continuare a navigare a giugno e forse per tutta l’estate.

La redazione consiglia:
150 organizzazioni italiane e internazionali chiedono lo stop delle navi-quarantena

L’ambigua base giuridica è appesa all’ordinanza del ministero della Salute del 22 febbraio 2022, prorogata l’ultima volta il 28 aprile scorso fino al 31 maggio. Disciplina l’ingresso nel territorio nazionale disponendo che, a meno di sintomi da Covid-19, è escluso dai cinque giorni di quarantena chi ha il greenpass, un certificato di guarigione o il risultato negativo di un tampone (molecolare o antigenico). Il paradosso – o, in base alle interpretazioni, la forzatura giuridica – è che tutti i migranti sbarcati sono sottoposti a test prima di salire sulle navi quarantena, anche per isolare gli eventuali positivi.

Diversa la normativa per i profughi ucraini: tampone entro 48 ore dall’arrivo e, se negativo, semplice auto-soverglianza. Al momento, fanno sapere dal ministero di Roberto Speranza, non si sa se l’ordinanza sarà prorogata oltre il 31 maggio. In ogni caso è difficile credere che un trattamento riservato a un’unica categoria di persone, cioè chi sbarca, abbia una ratio sanitaria.

La redazione consiglia:
Navi quarantena, i casi dei ragazzi morti «non vanno chiusi»

L’altro tipo di norme sulle navi quarantena sono della protezione civile e regolano copertura economica e contratti. Il soggetto attuatore è il capo del dipartimento libertà civili e immigrazione del Viminale che demanda alla Croce rossa la gestione a bordo. L’ordinanza 887 del 15 aprile proroga i contratti fino al 30 del mese e regolarizza retroattivamente le due settimane trascorse dalla fine dello stato di emergenza (e dunque dal termine dei precedenti accordi con la compagnia Gnv, precedentemente oggetto di avviso pubblico). La 893 del 16 maggio fa lo stesso per il mese in corso.

La prima, che estende la possibilità di usare le navi anche a chi arriva via terra, dispone una riduzione dei posti di almeno il 30%. La seconda, invece, permette di «attivare nuovi assetti». Entrambe riportano gli oneri mensili: fino a 8 milioni per le quarantene galleggianti, intorno ai 230mila euro per l’isolamento sanitario d