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«Le guardie saudite addestrate da Usa e Germania»

«Le guardie saudite addestrate da Usa e Germania»Migranti etiopi al confine tra Yemen e Arabia saudita – Epa/Yahya Arhab

Golfo L'accusa del Guardian dopo la denuncia di Human Rights Watch sulle uccisioni sistematiche di etiopi alla frontiera. Berlino risponde vagamente, Washington nega

Pubblicato circa un anno faEdizione del 2 settembre 2023

Assume contorni sempre più internazionali la politica sistematica della monarchia saudita di eliminazione fisica di migranti etiopi alla frontiera. Dopo il rapporto pubblicato da Human Rights Watch lo scorso 21 agosto, si è capito quasi subito che il tentativo di mantenere le stragi segrete da parte di Riyadh non aveva avuto lunga vita.

Nonostante ciò, è cambiato ben poco: seppure Stati uniti e Unione europea fossero venuti a conoscenza dei massacri già tra l’autunno e l’inverno dello scorso anno, non sono intervenuti sull’alleato saudita e le stragi sono proseguite indisturbate.

ORA EMERGE un altro tassello: ad addestrare le guardie di frontiera della monarchia, quelle che poi si sono rese responsabili dell’uccisione di migliaia di migranti etiopi al confine con lo Yemen, sarebbero stati Germania e Stati uniti.

Programmi di addestramento di lungo periodo, così li ha definiti il quotidiano britannico The Guardian, destinati alle forze militari saudite sotto il ministero degli interni, intitolate alla «sicurezza» dei confini, marittimi e terrestri.

Ieri Berlino ha annunciato la fine della cooperazione nell’addestramento delle guardie di frontiera del regno (cominciato nel 2009), dopo essere venuta a conoscenza di rapporti «su possibili violazioni di massa dei diritti umani», ha scritto in una nota inviata al Guardian il ministero degli esteri tedesco. Che ha aggiunto: gli addestramenti erano già «discontinui dopo che tali rapporti sono stati resi noti e, come precauzione, non sono stati inclusi nell’attuale programma».

LA NOTA in realtà dice poco: non è chiaro se la cooperazione sia terminata dopo il rapporto di Hrw della scorsa settimana e se la cosiddetta «discontinuità» risalga alle segnalazioni delle Nazioni unite sulle uccisioni alla frontiera, risalenti almeno all’ottobre 2022.

Se la Germania opta per dichiarazioni fumose, gli Stati uniti come exit strategy scelgono la negazione: non è vero che abbiamo addestrato la polizia di frontiera terrestre saudita, dice il Dipartimento di Stato, ma solo quella impegnata «in sicurezza marittima» (secondo un programma in atto dal 2008 e interrotto lo scorso giugno). Washington insiste anche sulle pressioni che ha esercitato a partire da gennaio su Riyadh perché conducesse un’indagine sulle accuse di massacri. L’assenza di risposta non ha impedito di proseguire nella collaborazione.

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