Ong, badanti e stagionali, oggi il decreto flussi trona i Cdm
Dopo lo stop della scorsa settimana Ci sarebbe l’accordo per l’ingresso di un numero maggiore di badanti
Dopo lo stop della scorsa settimana Ci sarebbe l’accordo per l’ingresso di un numero maggiore di badanti
Al Viminale assicurano che le divergenze che la scorsa settimana hanno portato allo slittamento del decreto flussi sono state superate e quindi il provvedimento dovrebbe essere licenziato dal consiglio dei ministri che si riunisce questa mattina.
Tre, in particolare, i punti della discordia. I primi due riguardano più strettamente i lavoratori stranieri che entrano in Italia ma che una volta terminato il lavoro regolare rischiano di ritrovarsi nella clandestinità. Il ministero del Lavoro aveva chiesto di garantire a queste persone un margine di tempo una volta scaduto il contratto in modo da consentire la ricerca di un nuovo impiego, ipotizzando un periodo di nove mesi. Ipotesi che però ha visto un’alzata di scudi da pare dea Lega, che chiedeva tempi più stretti.
Una seconda questione riguarda invece i lavoratori e le lavoratrici domestiche. La scorsa settimana le associazioni di categoria hanno chiesto al governo un intervento per consentire l’ingresso di un numero maggiore di colf e badanti, persone sempre più preziose per l’assistenza di anziani e malati. In questo caso si sarebbe valutata la possibilità di garantire 10 mila ingressi in più rispetto a quanto previsto dalle quote del decreto flussi.
C’è poi l’ennesima stretta contro le navi umanitarie che salvano i migranti nel Mediterraneo per le quali sono previste multe fino a 10 mila euro. Ma anche l’obbligo per il migrante di consegnare il cellulare alle autorità per facilitare la sua identificazione (su questo ci sarebbe stata l’opposizione di Forza Italia). Ma lo scontro vero ci sarebbe stato tra Viminale e ministero della Giustizi per l’attribuzione alla Guardia costiera e ai prefetti di alcuni compiti di competenza dell’autorità giudiziaria.
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