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Nel decreto flussi stretta sulle ong e più respingimenti

Nel decreto flussi stretta sulle ong e più respingimenti

Potranno essere accompagnati alla frontiera anche i migranti salvati in mare

Pubblicato 6 giorni faEdizione del 3 ottobre 2024

La stretta su migranti e ong è confermata e comprende, tra le altre cose, l’introduzione di una nuova ipotesi di respingimento per quanti vengono salvati in mare, regole più stringenti per navi e aerei umanitari e la possibilità di ispezionare i cellulari dei richiedenti asilo per arrivare alla loro identificazione. Ma anche un allargamento dei casi in cui è previsto il ritiro della domanda di protezione internazionale. Per quanto riguarda invece i lavoratori stranieri che entrano in Italia, oltre a maggiori controlli sui datori di lavoro è stata introdotta la possibilità per un lavoratore stagionale a cui è scaduto il contratto di non essere espulso immediatamente, come avviene oggi, ma di avere un permesso temporaneo della durata di 60 giorni per cercare un nuovo impiego. E garantiti 10 mila ingressi in più per colf e badanti rispetto a quanto previsto dalle quote del decreto flussi.
Dopo lo slittamento della scorsa settimana il consiglio dei ministri ha approvato ieri il decreto flussi.

ONG E MIGRANTI. Il decreto è l’occasione per un nuovo giro di vite nei confronti delle navi umanitarie e di quanti arrivano in Italia. Sulle prime si interviene con una modifica al decreto Lamorgese del 2020 poi modificato di nuovo nel 2023 per conferire, è scritto, «maggior rigore alla disciplina del soccorso in mare». La formula prescelta prevede che le navi umanitarie nello svolgere opera di soccorso, «non pongano a repentaglio l’incolumità dei migranti» non più solo a bordo, come previsto fino a oggi. Formula strettamente generica, che potrebbe comprendere anche il solo avvicinarsi da parte della ong a un’imbarcazione in difficoltà. Vengono inoltre ridotti – da 60 a 10 giorni – i tempi in cui è possibile fare ricorso al fermo amministrativo della nave umanitaria. Nuove e più stringenti norme, anche se altrettanto generiche, sono state inserite anche per gli aerei delle ong che pattugliano il Mediterraneo. Il decreto inserisce infatti l’obbligo per il pilota che avvista un’imbarcazione in difficoltà di avvisare l’ente dei servizi di traffico aereo e il centro dei coordinamento dei soccorsi competenti e di attenersi alle istruzioni che ricevono. Pratica che gli aerei già svolgono oggi.

MISURE PIÙ SEVERE anche per quanto riguarda i respingimenti. Il decreto ne introduce una nuova ipotesi con accompagnamento alla frontiera deciso dal questore anche dei cittadini stranieri rintracciati in seguito a operazioni di ricerca e soccorso mare, e non più soltanto per chi viene fermato nel momento in cui entra nel territorio nazionale. Previsto l’obbligo di fornire le impronte digitali per chi chiede un visto nazionale (finora sono richieste solo per i visti Schengen) e ampliate le ipotesi in cui la domanda di protezione internazionale può considerarsi ritirata implicitamente, senza un’esplicita rinuncia da parte del cittadino straniero. Infine sarà possibile il ritiro della protezione speciale per lo straniero per il quale esistono fondati motivi di pericolosità per lo Stato.

STAGIONALI. «Non si tratta di una sanatoria», ha detto Mantovano spiegando che l’obiettivo del decreto «è di abolire i click day, ma poiché oggi è impossibile, ci arriveremo attraverso una transizione con più con più click day per tipologie». Oltre a un permesso temporaneo delle durata di due mesi (il ministero del Lavoro ne aveva chiesti 9, ma ha prevalso la linea dura della Lega) previsto per dare modo agli stagionali con contratto scaduto di trovare un nuovo impiego, è stato inserito un permesso di soggiorno della durata di sei mesi rinnovabile per le vittime di sfruttamento e di caporalato del caporalato che collaborazione con la giustizia. Infine viene aggiunto uno stock di circa 10 mila permessi «al di fuori del meccanismo delle quote per lavoratori da impiegare nel settore dell’assistenza sociosanitaria e familiare» da reclutare attraverso le Agenzie per il lavoro.

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