I sindaci si sono schierati contro la decisione di Giorgia Meloni di cancellare la protezione sociale e far saltare il meccanismo dell’accoglienza. Se due indizi fanno una prova, le evidenze si rafforzano quando le occorrenze diventano tre. È la terza volta nel giro di poche settimane che gli amministratori delle grandi città amministrate dal centrosinistra (Roma, Milano, Torino, Napoli, Firenze e Bologna) prendono posizione contro un provvedimento del governo. La prima volta fu in occasione dello scontro con le prefetture sull’iscrizione all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali. Già in quell’occasione che il sindaco di Firenze Dario Nardella ha raccontato a questo giornale che l’asse tra municipi era destinato ad approfondirsi: «Stiamo lavorando già insieme su fronti importanti – ha detto – I sindaci sono protagonisti politici, non solo amministratori locali. I cittadini ce lo riconoscono». Da Palazzo Vecchio, del resto, fanno notare che Nardella per l’Anci è coordinatore della città metropolitane.

Poi era stata la volta delle politiche per l’abitare: in quell’occasione le città di centrosinistra avevano firmato un documento con alcune proposte, approvate da numerosi sindacati degli inquilini, per garantire il diritto alla casa. Infine, e siamo ai fatti dell’altro giorno, i sindaci hanno alzato la voce contro l’ennesima stretta anti-migranti dell’esecutivo. Questa volta a prendere l’iniziativa è stato il sindaco di Bologna Matteo Lepore. Il coordinamento avviene via chat. Inoltre, fanno notare i collaboratori, finora hanno sempre deciso di intervenire su questioni che gli amministratori toccano con mano: riguardano la vita quotidiana dei cittadini e la sfera di competenza delle istituzioni di prossimità.

«Noi tuteliamo le nostre comunità, il governo sta chiedendo ai sindaci di farsi da parte, i migranti saranno ospitati in tendopoli – ha spiegato Lepore – Il governo con il commissariamento non allarga il sistema dell’accoglienza il risultato saranno le tendopoli». Hanno seguito l’esempio i sindaci calabresi di Crotone, Catanzaro, Cosenza e Corigliano-Rossano. «La possibile cancellazione della protezione speciale – sostengono – finirà per creare ‘fantasmi’, persone senza diritti e possibilità di assistenza, con il concreto rischio di respingerli in paesi dove non sono previsti diritti umani» .«I sindaci pongono un tema sul come accogliere i migranti, e se questi sono irregolari non si riesce a fare integrazione – conferma il presidente Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro – Rischiamo di trovarci tutte queste persone per strada e a quel punto la responsabilità ricadrebbe direttamente sul sindaco e sulle strutture dei comuni».