In mancanza di grossi film da Studio, anche il tradizionale slot domenicale dedicato al cinema Usa più spettacolare quest’anno è andato a un film indipendente. Il logo della Wb campeggia all’inizio dei titoli di testa e la Major distribuirà in sala il nuovo lavoro di Kevin Costner a partire dal 28 giugno, ma Horizon è stato in gran parte autoprodotto dall’attore/regista, secondo un progetto che, se non visionario come Megalopolis, è sicuramente frutto di una visione personale intensamente sentita, al punto che il regista/produttore e interprete (che ci pensava da trent’anni) ha investito di suo venti milioni di dollari, mettendo un mutuo sulla sua casa di Santa Barbara.

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PROIETTATO fuori concorso al festival, Horizon sarebbe infatti solo il primo capitolo di una trilogia (o una tetralogia) di western ambientati sullo sfondo della conquista della Frontiera che Costner ha concepito per la distribuzione in sala a qualche mese di distanza l’uno dall’altro.

L’uscita del secondo è già fissata per il 16 agosto e pare che Costner abbia girato anche qualche scena del terzo. Con Balla con i lupi, la miniserie Hatfields & McCoys e, più recentemente con Yellowstone, l’attore/regista ha provato la sua lealtà all’immaginario della Frontiera. E si può dire che anche i suoi futuribili Waterwold e The Postman – L’uomo del giorno dopo, fosse in realtà dei western.

Horizon è un oggetto molto difficile da classificare, un ibrido di film e miniserie, in cui si intuisce un arco narrativa molto preciso e intricato che però è difficile immaginare in lungometraggi che escono a mesi o anni di distanza. La trama spazia in diversi stati, tra cui Arizona e Montana, sul filo conduttore di un pezzo di terra sulla riva di un fiume, nella San Pedro Valley, verso cui confluiscono centinaia di pionieri dall’Est, abbagliati dalla promessa contenuta nel volantino promozionale di un eden chiamato Horizon. Il paradiso promesso si bagna di sangue alla prima scena del film.

Primo di una trilogia, in un arco narrativo intricato spazia tra Montana e Arizona

L’ARRIVO dei primi pionieri destabilizza anche gli equilibri tra le diverse tribù indiane della zona. Tra i personaggi e le trame che si incrociano (o si incroceranno): una vedova (Sienna Miller) con bambina, sopravvissute a un massacro e accolta in un forte dell’esercito; una carovana condotta da Luke Wilson; un capo apache che crede nella possibile convivenza con i bianchi, e un figlio che crede l’opposto; donna inseguita da una famiglia in cerca di vendetta.

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Kevin Costner non appare fino a metà del film, nei panni di un cavalere solitario che soccorre suo malgrado una prostituta in pericolo e il bambino non suo.