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Filippo Mosca: «Chiediamo solo di poterci difendere»

Filippo MoscaFilippo Mosca

Il caso Intervista al 28enne italiano detenuto nel carcere di Porta Alba, in Romania. «Ho condiviso la cella con molti ragazzi arrestati durante il Sunwaves. Tutti riscontrano i miei stessi problemi: errori di traduzione o perfino manipolazione delle prove», dice

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 5 marzo 2024

Mancano 48 ore al processo d’appello di Filippo Mosca, Luca Camalleri ed Eluana C. (nome di fantasia). Si svolgerà nel tribunale romeno di Costanza e sarà presente l’ambasciata italiana. I tre ragazzi sono stati arrestati il 3 maggio scorso sul mar Nero dove erano andati per il festival Sunwaves.

Nel loro hotel è stato consegnato un pacco con 150 grammi di stupefacenti. Era destinato a Eluana, che si è assunta tutta la responsabilità. Il giudice, però, ha condannato tutti a 8 anni e 3 mesi per traffico internazionale di droga.

Una decisione che solleva molti dubbi. Nel carcere di Porta Alba Filippo vive, come Luca, condizioni durissime ma può comunicare telefonicamente con l’esterno. Attraverso uno dei numeri autorizzati lo abbiamo potuto intervistare. «Le prove presentate dalla nostra difesa devono essere finalmente lette e considerate», dice Filippo.

Qual è il sentimento più forte dopo dieci mesi di prigione?

Rabbia e impotenza per quello che ho passato e devo ancora passare, senza avere la possibilità di difendermi.

Quando il caso è finito sui giornali le condizioni detentive sono cambiate. Ora sono dignitose?

Sono un po’ migliorate rispetto ai nove mesi precedenti. Ma il regime è lo stesso: in isolamento, non ci sono attività ed è impossibile avere una dieta corretta. A parte il numero di detenuti nella cella, ridotto da 24 a 6, le cose continuano a non funzionare.

Ha bisogni sanitari specifici?

Dovrei seguire un regime alimentare particolare a causa di un problema di colon e intestino irritabile, ma qui dentro non si può. Questo ha ripercussioni quotidiane sulla mia salute.

Nel carcere ci sono altri ragazzi arrestati nei giorni del Sunwaves e accusati di spaccio?

Noi non siamo stati arrestati al Sunwaves, ma a festival finito. Comunque sì, ci sono tanti ragazzi fermati in concomitanza all’evento. Soprattutto cittadini stranieri. Ho condiviso la cella con molti di loro e tutti hanno riscontrato i miei stessi problemi: errori di traduzione o perfino manipolazione delle prove.

Lei non era intestatario del pacco contenente gli stupefacenti, né è andato alla reception a ritirarlo. Però è tornato in taxi da Bucarest a Costanza – insieme a Luca, Eluana e la sua fidanzata Claudia Crimi – alla notizia che lo avrebbero consegnato nel vostro albergo. Perché un viaggio così lungo e costoso?

A mio parere il viaggio non era costoso. Abbiamo pagato 100 euro in quattro. Inoltre avevo ancora un pernottamento pagato nell’albergo di Navodari, vicino Costanza. La ragione che ci ha spinto a tornare era che Eluana ci ha chiesto aiuto in quanto non aveva soggiornato nel nostro hotel e aveva paura che, andando da sola, non le avrebbero consegnato il pacco. A noi aveva detto che conteneva i suoi cosmetici.

Luca Cammalleri è un suo amico d’infanzia. Conosceva anche Eluana prima del viaggio?

Sì, da qualche anno.

Nel suo telefono hanno trovato una sola conversazione rilevante con lei. Riguarda la prenotazione dell’appartamento a Bucarest dove inizialmente sarebbe dovuto arrivare il pacco, poi rimasto bloccato per giorni. La casa serviva a organizzare la vendita di sostanze al festival?

Assolutamente no. Nei messaggi è evidente che stavo solo consigliando su quale sito avrebbe potuto trovare alloggio per la vacanza. Lei non sapeva ancora se andare con dei suoi amici o prenotare con noi e io avevo bisogno di capire cosa aveva deciso per proseguire con la nostra prenotazione. Non abbiamo soggiornato insieme durante il festival ed ero ancora in Sicilia nella data in cui lei avrebbe dovuto ricevere il pacco.

La sua fidanzata era con voi tre. Perché l’hanno rilasciata?

Dopo tutte quelle ore sotto sequestro, sorvegliati illegalmente, senza la possibilità di chiamare un avvocato o avere un traduttore era stata trattenuta solo Eluana. Avevano rilasciato me, Luca e la mia fidanzata. Ma dopo qualche ora il procuratore ha pensato che io e Luca fossimo coinvolti, ha cambiato le carte e ci ha accusati di traffico internazionale (ci avevano dato un foglio di rilascio che ho in originale). Hanno fatto andare via solo Claudia, ma non ho idea del motivo. Saremmo dovuti essere tutti e tre liberi dopo la confessione di Eluana.

Giovedì si terrà il processo d’appello, cosa chiedete?

Chiediamo di essere liberati e che le prove presentate dal nostro avvocato siano finalmente lette e considerate. Non come nell’ultimo processo.

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