Da Budapest arrivano notizie sulle manifestazioni in programma per il fine settimana nella città del Danubio. Si è saputo che quest’anno le celebrazioni del “Giorno dell’onore” sono state vietate dalla polizia, ma che i neonazisti intendono lo stesso riunirsi. Non si sa ancora di preciso come e dove; c’è chi parla di scampagnate e chi di eventi previsti in luoghi della città o delle sue immediate vicinanze, non ancora individuati.

Per domenica 10 febbraio, invece, sono in programma manifestazioni antifasciste e si dice da quelle parti che la polizia sia in stato di allerta. Anche da Bruxelles arrivano notizie che riguardano l’Ungheria: in poche parole la Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione contro l’Ungheria per la legge “a tutela della sovranità” in quanto lesiva dei principi Ue.

Di cosa si tratta? Quella di cui parliamo è una legge entrata in vigore lo scorso 22 dicembre per difendere il paese da quelle che il partito governativo Fidesz definisce “indebite interferenze politiche da parte di persone o gruppi stranieri”. Essa era stata approvata in Parlamento con 141 voti favorevoli; 50 quelli contrari.

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La legge è entrata in vigore col proposito di istituire un organo avente il compito di monitorare i rischi legati a interferenze politiche esterne e di chiedere informazioni su individui e associazioni ai servizi di intelligence senza alcun controllo giudiziario. La medesima prevede anche sanzioni per gruppi e partiti che utilizzino fondi di provenienza straniera nelle campagne elettorali.

Vi è da dire che, quando si parlava ancora di proposta di legge, il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa aveva esortato i legislatori del Fidesz ad abbandonare l’idea; questo perché l’approvazione avrebbe consentito all’organo di “vigilanza” di chiedere e acquisire dati sensibili e informazioni di carattere privato senza alcuna supervisione.

I moniti di Bruxelles non sono stati ascoltati anche perché, a parere dell’esecutivo ungherese, questa legge non minaccia in nessun modo la democrazia. Essa si basa su uno dei cardini della propaganda orbaniana secondo la quale la patria è sempre in pericolo. Propaganda con la quale il sistema incoraggia una vera e propria sindrome dell’accerchiamento. I pericoli vengono da fuori e chi minaccia l’Ungheria sa di poter contare su alleati “interni”; per esempio le ONG e chi si oppone in modo concreto alle politiche intraprese dal governo.

Il disegno di legge recitava nel modo seguente: “La sovranità dell’Ungheria è compromessa – e comporta anche un rischio maggiore per la sicurezza nazionale – se il potere politico finisce nelle mani di persone o organizzazioni che dipendono da qualsiasi potenza, organizzazione o persona straniera”.

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L’approvazione della legge e la sua entrata in vigore hanno avuto luogo in coincidenza con l’intensificazione della campagna elettorale intrapresa dal Fidesz per le elezioni europee in programma a giugno. E comunque a un passo dall’inizio di un anno caratterizzato da appuntamenti di rilievo a livello europeo: i vent’anni dall’adesione di Ungheria e stati vicini all’Ue, il semestre di presidenza del Consiglio dell’Ue da parte di Budapest, oltre al già citato e atteso test elettorale.

Ora, dopo un attento esame del contenuto della legge sulla difesa della sovranità nazionale, la Commissione europea ha inviato una lettera di messa in mora all’Ungheria. Secondo Bruxelles questa legge viola diversi principi del diritto primario e secondario dell’Ue.

Tra essi quelli relativi al rispetto dei valori democratici, e una serie di diritti: alla vita privata e familiare, alla protezione dei dati personali, alla libertà di espressione e di informazione. Le autorità ungheresi hanno due mesi di tempo per rispondere alla lettera. In mancanza di un riscontro positivo da parte loro, la Commissione potrà passare alla seconda fase della procedura, ossia decidere di inviare un parere motivato prima del deferimento alla Corte di Giustizia Ue.Non male come inizio d’anno.