László Dudog è l’uomo dal volto coperto di lividi che si vede spesso quando si parla dei neonazisti che Ilaria Salis avrebbe aggredito un anno fa a Budapest.

Tra i fatti contestati dalla giustizia ungherese a Ilaria Salis, però, non c’è quello che vede coinvolto László Dudog. A voler essere precisi, infine, il famoso video di uno degli attacchi non riguarda László Dudog, che, per sua stessa ammissione, non ricorda nulla di quanto gli è accaduto.

Ieri sul Giornale c’era un’intervista a László Dudog. Titolo: «Io, quasi ucciso dagli anarchici perché di destra». Ha un profilo su Instagram, László Dudog. Nelle foto lo si può vedere che indossa t-shirt di Blood & Honour, un network internazionale neonazista nato nel Regno Unito, e con Rudolf Hess «Märtyrer für den Frieden», martire per la pace; o che sfoggia i suoi tatuaggi: un numero 88 (significa Heil Hitler) sul petto, un incappucciato del Ku Klux Klan col fucile in mano su un braccio.

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Andando ad approfondire ancora un po’, viene fuori che László Dudog, detto Csöpi e Lacika, è stato identificato come membro del gruppo musicale semiclandestino Divízió 88, le cui canzoni sono vietate persino in Ungheria, anche si trovano facilmente sul web.

Una s’intitola «Halálgyár», cioè «Fabbrica della morte» e parla di «bambini carbonizzati e puttane ebree torturate» perché «l’unica via per la libertà è attraverso il camino». Sulla sua aggressione la giustizia ungherese è chiamata a stabilire la verità.

Sul fatto che László Dudog sia soltanto un tipo «di destra» ognuno può legittimamente farsi l’idea che vuole. Quella del Giornale adesso la conosciamo.