Vivi dopo la Shoa: ormai ne restano soltanto 245mila
Lo studio della Jewish Claims Conference appena pubblicato a Francoforte restituisce la fotografia più aggiornata dei sopravvissuti all’Olocausto tuttora viventi nel mondo. Sono l’ultima Memoria dei bambini deportati ad Auschwitz e negli altri lager nazisti scampati al camino 80 anni fa e per motivi anagrafici il loro numero si riduce inevitabilmente ogni anno. «Dobbiamo attivarci fin da ora per salvaguardare la loro testimonianza diretta: rischia di scomparire con loro morte» è l’allarme lanciato dal presidente della Conferenza, Gideon Taylor, prima di dettagliare i dati della ricerca sui superstiti al Genocidio.
IN TOTALE i rimasti in vita sono circa 245mila in una novantina di Stati di cui soltanto 14mila in Germania, il Paese erede del Terzo Reich che fra il 1933 e il 1945 pianificò e organizzò lo sterminio di 6 milioni di Untermenschen. Il 48% di loro attualmente vive in Israele (119.300 persone) seguito dagli Stati uniti (38.400 di cui il 40% nello Stato di New York), mentre in Europa il maggior numero di sopravvissuti si trova in Francia (22mila circa).
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Pontecorvo, misteri, antisemitismo e laboratori sovieticiIl 47% delle vittime dell’Olocausto ancora in vita è nato in una delle Repubbliche dell’ex Unione Sovietica, il 22% nell’Europa orientale, il 21% in Nord Africa – principalmente Libia, Tunisia e Marocco – e il 10% nell’Europa occidentale. La maggioranza ha un’età compresa fra 81 e 85 anni e alla fine della Seconda guerra mondiale erano bambini fra i 4 e gli 8 anni. La superstite più anziana si chiama Rose Girone, ha 112 anni ed è sopravvissuta insieme alla figlia a ben due persecuzioni razziali, prima i tedeschi e poi i giapponesi. La più giovane, invece, è la slovacca Eva Umlauf: quando il 2 novembre 1944 fu deportata nel campo di sterminio nazista con la madre non aveva compiuto ancora 2 anni.
IN GERMANIA la Jewish Claims Conference è anche l’organizzazione che si occupa di negoziare i risarcimenti alle vittime del genocidio nazista. Secondo lo studio quasi il 40% dei sopravvissuti ha ricevuto forme di assistenza sociale da parte delle istituzioni tedesche o austriache, e i rari non inclusi nel numero sono persone che non hanno voluto essere identificate né hanno mai chiesto l’aiuto, ma rappresentano solo lo 0,1% dei superstiti.
A proposito di Memoria, spicca non poco la presentazione del rapporto proprio a Francoforte sul Meno: è la città in cui si celebrò il processo ad Auschwitz 18 anni dopo l’Olocausto.
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