Solo tre mesi fa il ministro dell’Economia Daniele Franco, azionista unico di Ita, in commissione parlamentare aveva chiesto al presidente Alfredo Altavilla «comportamenti improntati alla sobrietà».

Incalzato dalle critiche bipartisan dei parlamentari – da Sinistra Italiana a Leu, passando per il Pd, arrivando a Fratelli d’Italia – che ricordavano i tanti episodi di sprezzante boria verso lavoratori, sindacati e istituzioni, il ministro Franco non poté esimersi dal criticare i comportamenti di Altavilla: «È opportuno richiamare tutti a mantenere sempre un profilo istituzionale: questo è un bene anche per la gestione aziendale oltre che sotto un profilo etico», disse.

Ora il sindacato Cub denuncia un altro comportamento assai discutibile del manager autodefinitosi «allievo di Marchionne» che ha portato il “modello Fca” – uscita dal contratto nazionale, riduzione di stipendi e diritti pur di poter lavorare – in un’azienda pubblica, scelto direttamente da Mario Draghi e dal suo consulente economico Francesco Giavazzi.

Come il manifesto ha potuto verificare, Ita ha deciso di modificare l’aeromobile usato sulla tratta Roma Fiumicino-Cagliari. L’usuale Airbus 320 da 150 posti è stato sostituito dirottando un gigante Airbus 330 da 293 passeggeri (quasi il doppio). Tutto ciò però è avvenuto in due sole occasioni: il volo ITY1591 in partenza alle 9 e 45 da Fiumicino il 6 agosto e ieri 13 agosto.

L’Airbus 330 Ei-Dip usato per la prima volta sulla Fiumicino-Cagliari

L’Airbus ha la sigla Ei-Dip ed è stato acquistato da Ita ad aprile da quella Alitalia da cui Altavilla sostiene di avere «discontinuità assoluta». Da aprile al 6 agosto è sempre stato utilizzato solo per tratte transoceaniche con il Nord e Sud America: Fiumicino e Malpensa verso New York, Boston, Miami, San Paolo.

Secondo la Cub, in entrambi i casi la richiesta ai dirigenti è arrivata a luglio direttamente da Alfredo Altavilla per trovare posto sui due voli a parenti, familiari e amici – in totale 11 – e che ieri risultava fra i passeggeri insieme alla compagna e al figlio.

«È stata una novità assoluta per questa estate che Ita sulla tratta da Fiumicino a Cagliari abbia scelto il 6 ed il 13 agosto di effettuare il volo AZ 1591, invece che con un abituale aeromobile A320 o A319, con un A330, ovvero con una “macchina” molto più grande, destinata solitamente alle tratte di lungo raggio – dichiara Antonio Amoroso, segretario nazionale della Confederazione unitaria di base – . Sarebbe a dir poco sconcertante sapere che tale scelta di dubbia validità commerciale sia stata effettuata dalla nano-compagnia italiana di proprietà pubblica solo per il fatto che a bordo, per recarsi in vacanza, si trovavano il 6 agosto i familiari di Altavilla e il 13 agosto il presidente di Ita in persona, con altri suoi familiari ed alcuni suoi amici. D’altra parte – continua Amoroso – l’utilizzo di un aeromobile così grande, non certo in abbondanza nella flotta di Ita, comporta, oltre che l’impossibilità di impiegarlo per destinazioni maggiormente remunerative, un maggiore esborso economico per la compagnia determinato da una molteplicità di fattori (maggior numero di assistenti di volo, maggiorazioni tariffarie aeroportuali, consumo carburante, ecc.) rispetto a quanto si determinerebbe con un aeromobile più adeguato per destinazioni raggiungibili con un’ora di volo, com’è Cagliari da Fiumicino. È comunque evidente – conclude Amoroso – che su tale vicenda si debba fare luce al più presto: sarebbe gravissimo se venisse confermato un utilizzo personalistico di una compagnia pubblica ed in tal caso sarebbe urgente un intervento della Corte dei Conti».

Tra i passeggeri del volo del 6 agosto c’è Emanuele Liatti, dirigente di Helbiz, figlio della compagna di Altavilla: a dicembre 2021 il quotidiano il Domani denunciò un conflitto di interesse per una partnership tra Ita e Helbiz sulla prenotazione di monopattini e ristorazione.

Da Ita rispondono: «L’Airbus 330 viaggia regolarmente tra Fiumicino e Cagliari, come su Atene e Tel Aviv dall’inizio della stagione estiva (maggio-giugno) di quest’anno. In particolare per Cagliari viaggia due volte alla settimana nel weekend data la stagionalità e il riempimento completo dell’aereo, evitando così overbooking che porterebbe l’utilizzo del 320. Nel caso specifico il volo 1591 indicato era pieno in ogni ordine di posto, a conferma del fatto che l’aeromobile sul volo in questione era pianificato da due mesi e mezzo».

Il lungo elenco delle magre figure di Altavilla parte il 12 gennaio quando in audizione parlamentare dichiarò: «Non mi interessa quello che succede a quelle persone», «non siamo la Croce Rossa dei dipendenti della vecchia Alitalia».

Il 20 aprile Altavilla e Ita non si presentarono al ministero del Lavoro al tavolo per gestire il licenziamento collettivo di 543 lavoratori Covisian di Palermo e Rende sul call center di Ita.

Il 25 marzo Ita è stata condannata per discriminazione nei confronti di due lavoratrici in gravidanza. Nelle motivazioni si legge: «Delle 412 assistenti di volo assunte» da Ita «nessuna è andata in astensione obbligatoria per maternità».

Ita poi nei tribunali sta affrontando due cause distinte sull’assunzione dei lavoratori Alitalia del settore Aviation (quasi 3 mila fra assistenti di volo e piloti) esclusi finora. Le cause contestano la non applicazione dell’articolo 2112 del Codice civile sulla cessione di ramo d’azienda e il diritto dei lavoratori alla continuità di occupazione e condizioni economiche e di diritti: una class action al tribunale delle imprese di Roma e circa 150 ricorsi al tribunale del lavoro di Roma.

Il presidente di Ita nel frattempo si sta già preparando per il suo futuro. Qualche giorno fa è diventato socio e entrato nel board di Ares, costruttore di piccole serie di auto di lusso.

 

DIRITTO DI REPLICA (E RISPOSTA)

In relazione all’articolo pubblicato il 14 agosto dal titolo «Il presidente di Ita raddoppia l’aereo e se ne va a Cagliari», Ita Airways contesta fermamente la ricostruzione. Come già indicato nella risposta richiestaci per l’articolo, l’Airbus 330 secondo la pianificazione della stagione estiva già dal mese di maggio per Cagliari prevede un eventuale utilizzo che può arrivare a due volte alla settimana nei week-end per motivi solo ed esclusivamente di business. Nel caso specifico i voli indicati del 6 e del 13 agosto, nei quali è stato utilizzato il 330 che permette di imbarcare un numero superiore agli altri aeromobili (320 e 319) e in entrambi i casi pieno in ogni ordine di posto. Inoltre, l’aeroporto di Cagliari è uno di quelli che necessita dei dati su aeromobili e tratte mesi prima dell’avvio della stagione estiva. Il fatto che sui quei voli ci fossero persone vicine al presidente esecutivo compreso lui stesso, è una pura casualità dato che hanno deciso di viaggiare di sabato e non c’entra assolutamente nulla con la scelta dell’aeromobile.

È del tutto falso quanto riportato nell’articolo secondo cui “La richiesta ai dirigenti è arrivata a luglio direttamente da Alfredo Altavilla per trovare posto sui due voli a parenti, familiari e amici…”. È del tutto fuorviante il termine «Dirottato» perché, si tratta di una pianificazione avvenuta due mesi e mezzo prima. Nel caso di Ita Airways, dove si opera con una flotta numericamente piccola, l’azienda lavora per massimizzare l’operatività delle rotte, il tasso di riempimento, e gli elementi di business. Infine, si evidenzia come quanto pubblicato è invasivo della privacy del presidente esecutivo di Ita Airways.
Poiché sono stati attribuiti atti e affermazioni ritenuti lesivi della dignità e contrari alla verità, l’azienda si riserva di porre in essere qualsiasi azione di natura legale presso le sedi competenti.

Ufficio Stampa Ita Airways

Pubblichiamo volentieri la precisazione di Ita in quanto, diversamente dalla risposta avuta il 13 agosto – prima di pubblicare l’articolo – non contesta che l’Airbus 330 Ei-Dip, finora utilizzato esclusivamente per tratte intercontinentali, è stato usato sulla tratta Fiumicino Cagliari solo il 6 e il 13 agosto quando sul volo si trovavano familiari, amici e lo stesso Alfredo Altavilla, come verificato dal manifesto. Una «pura casualità».

Massimo Franchi