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Un’ipoteca sul futuro dello Studio Ghibli al cambio di proprietà

Un’ipoteca sul futuro dello Studio Ghibli al cambio di proprietàUna scena da «The Boy and the Heron», l’ultimo film di Miyazaki

Animazione La «casa» di Miyazaki e co. acquisita dalla Nippon Television, un sodalizio storico ma non senza rischi

Pubblicato circa un anno faEdizione del 22 settembre 2023

Uno dei punti interrogativi più grandi che ha attanagliato lo Studio Ghibli in questi ultimi anni, a parte la chiusura temporanea e il falso ritiro di Hayao Miyazaki, è stata senza dubbio la difficoltà di trovare una strada che lo traghetti verso un futuro senza lo stesso Miyazaki e Toshio Suzuki, due dei quattro fondatori dello studio nato nel 1985. È per questo che la notizia diffusa nella giornata di ieri dell’avvenuto acquisto da parte della Nippon Television Holdings della maggioranza dello studio è un evento che vale la pena di analizzare.
Nippon Television ha con lo Studio Ghibli un rapporto molto stretto che inizia proprio nell’anno della nascita della compagnia di Miyazaki e soci. Nel 1985 infatti, l’emittente televisiva è stata la prima a trasmettere sul piccolo schermo Nausicaä della Valle del vento (lungometraggio in verità pre-Ghibli) e ha continuato nel corso degli anni a proporre i film dello studio ai telespettatori giapponesi, creando con la compagnia di animazione un vero e proprio connubio.

HA TRASMESSO sul suo canale, infatti, tutti i lungometraggi Ghibli, ma ha anche sostenuto economicamente i progetti dello Studio. Ha cioè preso parte al seisaku iinkai, gruppi di produzione formati per la realizzazione di ogni singolo film e composti da varie compagnie, fin da Kiki – consegne a domicilio del 1989. Nel 1992, Miyazaki ha inoltre realizzato per l’emittente televisiva una mascotte e delle brevi pubblicità.

Non sono stati resi noti i dettagli economici dell’accordo, si sa però che l’azienda radiotelevisiva Nippon Television Holdings, di cui la rete televisiva omonima fa parte, ha acquistato il 42,3% delle azioni e che lo Studio Ghibli è ora quindi una sussidiaria dell’azienda. Secondo quanto dichiarato da Suzuki, questa ipotesi esiste da circa un anno ovvero quando Miyazaki, sia il celebre animatore che il figlio Goro, avevano rifiutato di prendere le redini dello studio. La scelta di Nippon Tv sembra allora, a mente fredda e dopo la sorpresa iniziale, la più logica e forse l’unica strada percorribile per dare ancora la possibilità a Miyazaki di lavorare – sembra infatti che sia già impegnato in un nuovo progetto filmico, oltre a gestire l’importante patrimonio cinematografico Ghibli e non ultimo a aprire lo studio a nuovi volti, nel post-Miyazaki.

VA SOTTOLINEATO che il colosso radiotelevisivo è a sua volta una sussidiaria di Yomiuri Shimbun Holdings, uno dei due conglomerati mediatici più grandi in Giappone e che sotto il suo ombrello possieda già due famosi e storici studi di animazione, Tatsunoko e Madhouse.
Difficile prevedere cosa possa significare questo epocale passaggio dal punto di vista concreto per quanto riguarda la produzione futura Ghibli. Uno dei primi grandi cambiamenti, che riguarda solo l’arcipelago però, potrebbe essere la distribuzione dei lavori dello studio in streaming. Fino ad ora infatti, nessun lungometraggio o cortometraggio prodotto da Ghibli è stato mai reso disponibile sulle piattaforme, ma solo su Dvd o Blu-ray o, come abbiamo scritto sopra, sul piccolo schermo. Hulu Japan è una delle grandi piattaforme online del settore ed è proprietà di Nippon Tv.
L’apertura dello studio a nuove voci e nuovi volti sarebbe una ventata di aria fresca per una compagnia che per decenni è stata definita come «il Cremlino» giapponese, parole di Mamoru Oshii, per la sua intransigenza. La paura e il rischio è che succeda quello che un è accaduto negli Stati uniti, ovvero che si cominci a pensare un po’ troppo a reboot, rifacimenti, sequel o spin-off.

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