Rikidozan
Rikidozan – foto Wikipedia
Visioni

Rikidozan, cent’anni di un mito

Storie Lottatore di sumo e lotta libera, attore, uomo d’affari, personaggio amatissimo in Giappone e in qualche modo simbolo della rinascita post bellica del paese. Una vita fra luci e ombre. Nato come Kim Sin-rak era in realtà coreano. Recita in trenta film, si «ricicla» nel wrestling ma a causa dei debiti entra in contatto con il mondo della malavita
Pubblicato circa 2 ore faEdizione del 15 novembre 2024

Il quattordici novembre 1924 nasceva Rikidozan, lottatore di sumo e lotta libera, attore, uomo d’affari, personaggio amatissimo nel Sol Levante nell’immediato dopoguerra e, in qualche modo, simbolo della rinascita del paese.

Rikidozan è stato però molto di più e la sua storia personale e la sua improvvisa e tragica morte si intersecano con quella, difficile e problematica, di due paesi asiatici, quella dei bassifondi della società giapponese e non da ultimo con il lancio e il successo del puroresu, il wrestling professionale giapponese.

Il centenario della sua nascita fornisce quindi la perfetta occasione per riesaminare una delle figure più interessanti e complesse della cultura popolare giapponese dello scorso secolo, una figura che continua ad affascinare e a porre domande.

Nell’immaginario popolare giapponese l’avventura di Rikidozan inizia nei primi anni cinquanta quando, dopo una breve avventura nel mondo del sumo, decide di lanciarsi nel wrestling, spettacolo-sport portato nell’arcipelago durante l’occupazione americana che, lo ricordiamo, finisce ufficialmente il 28 aprile 1952.

Proprio in un Giappone libero e che è in cerca di una nuova identità dopo le disfatte del periodo imperialista e bellico, la figura di Rikidozan che lotta e vince, spesso contro avversari americani, è vista e venduta come una rivalsa per il popolo giapponese, o per meglio dire, viene esperita dal pubblico come una catarsi. Il lottatore diventa quindi, anche attraverso una serie di lungometraggi in cui interpreta una sorta di eroe a metà strada tra i nostri Maciste e Bud Spencer amico dei bambini, il simbolo di un Giappone indipendente e che riesce a stare in piedi e muoversi verso il futuro da solo.

FIN QUI, tutto abbastanza nella norma, solo che il simbolo di questa rinascita è in realtà un coreano, Rikidozan infatti nasce come Kim Sin-rak nella penisola coreana occupata dal Giappone, nel nord per essere precisi, nel 1924. Nel 1939 si sposta nell’arcipelago, a Nagasaki, in cerca di fortuna come lottatore di sumo, è il periodo della mobilitazione, centinaia di coreani non sono fortunati come lui e vengono costretti a spostarsi nell’isola per fare i lavori più pesanti, nelle miniere o nelle cave.

Qui cambia il suo nome in Mutsuhiro Momota, comincia ad allenarsi, ma come altri coreani è spesso vittima di razzismo e ostracizzato a causa delle sue origini. Ottiene comunque delle vittorie e, come accade di solito nel mondo del sumo, gli viene affibbiato un shikona, un nome come lottatore, Momota diventa quindi Rikidozan, il nome con cui diverrà popolare ed è ancora conosciuto oggi.

L’esperienza con il sumo non fornisce grandi prospettive all’ambizioso Rikidozan o forse il mondo di questa disciplina è troppo tradizionalista e non lo vede di buon occhio in quanto coreano. Vista la popolarità del wrestling americano in Giappone durante l’occupazione, Rikidozan decide allora di cambiare sport, dopo alcuni mesi passati alle Hawaii per allenarsi in questa nuova disciplina durante il 1951, ritorna in Giappone e nell’ottobre dello stesso anno fa il suo debutto come wrestler.

Dopo un altro periodo di pratica negli Stati uniti, nel biennio 1953-1954 la sua stella comincia a brillare e a catturare l’attenzione dei media giapponesi, specialmente della neonata televisione e del grande schermo che sta attraversando un periodo d’oro. Nel 1953 fonda la Nihon puroresu kyokai, la prima associazione di wrestling giapponese, con lo scopo di creare una controparte nipponica all’americana National Wrestling Alliance e che di fatto lancia il fenomeno puroresu nell’arcipelago, un’industria e uno sport-spettacolo ancora oggi enormemente popolare.

Rikidozan in un incontro nel 1956 contro Tom Rice, foto Getty Images

Il 1954 è un anno cruciale per il cinema nipponico, non solo esce Sette Samurai di Akira Kurosawa, ma anche Gli amanti crocifissi e L’intendente Sansho di Kenji Mizoguchi, Ventiquattro occhi di Keisuke Kinoshita, nonché Godzilla di Ishiro Honda.

Nello stesso anno interpreta, in Rikidozan no tetsuwan kyojin, un gigante buono e selvaggio che assieme ad un bambino insegue a Tokyo una gang di malviventi che ha ucciso il suo amico scienziato e rubato una potente arma laser. Si tratta di uno dei primi lungometraggi, sarà protagonista di quasi una trentina nel corso della sua carriera, in cui il lottatore non interpreta sé stesso. Il film ha la particolarità di essere uscito circa un mese dopo Godzilla e di incorporare nella storia, come il lavoro diretto da Honda, i fatti della contaminazione di alcuni pescherecci giapponesi nell’atollo di Bikini da parte della bomba H, fatta esplodere dagli Stati uniti nel marzo dello stesso anno.

In parallelo alla carriera come attore, comunque in lavori per lo più diretti alle generazioni dei più giovani, Rikidozan ascende, come si diceva, come stella del puroresu. Alcuni degli eventi più visti in televisione in quegli anni sono proprio i suoi incontri contro lottatori americani su cui trionfa, o che comunque riesce a battere, donando quindi a parte degli spettatori giapponesi il gusto di una sorta di metaforica rivincita.

SE QUESTA è stata la sua figura mediatica nei primi anni cinquanta, amico dei bambini e lottatore per il popolo giapponese, l’altra faccia di Rikidozan/Kim Sin-rak è stata tenuta più segreta. Pur non identificandosi con le vedute dello stato Nord Coreano, che nei decenni successivi alla sua morte ha spesso tentato di fare del personaggio Rikidozan un simbolo della nazione, il lottatore si recava abitualmente, ma segretamente, nella penisola coreana a far visita ai familiari e non ha mai rescisso i contatti con la sua terra natia.

Nello stesso periodo del suo successo nel mondo del pro wrestling, Rikidozan comincia ad essere attivo nel mondo immobiliare, compra appartamenti, case e inevitabilmente comincia ad essere in contatto con il mondo della malavita a causa di debiti. La sua vita privata è abbastanza burrascosa, si dice che avesse relazioni con molte donne, spesso beveva e nell’ultima parte della sua vita, tutto questo viene a galla, per la felicità dei giornali scandalistici.

L’otto dicembre 1963 dopo un alterco con un membro della yakuza in un night club, Rikidozan viene accoltellato e muore, il quindici dicembre, a causa delle conseguenze delle ferite riportate. Il suo posto nel mondo del puroresu viene occupato, come lottatore ma anche come personaggio mediatico, tanto che diverrà uomo politico nei decenni successivi, da uno dei suoi allievi che gli erano più cari, Antonio Inoki.

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