Studio Ghibli, nel parco delle meraviglie
Maboroshi È stato aperto alla periferia di Nagoya il primo parco a tema dedicato ai lungometraggi animati realizzati in quasi quattro decenni da Hayao Miyazaki e soci.
Maboroshi È stato aperto alla periferia di Nagoya il primo parco a tema dedicato ai lungometraggi animati realizzati in quasi quattro decenni da Hayao Miyazaki e soci.
Il Giappone è, fra le tante cose, anche un paese dove i parchi a tema, grandi o piccoli che essi siano, da Disneyland a Sanrio Pure Land (parco di Hello Kitty e non di una setta buddista), da Toei Eigamura a Meiji Mura, da Legoland a Ninja Mura. Dallo scorso martedì primo novembre se ne è aggiunto un altro, molto speciale però, quello cioè dedicato allo Studio Ghibli. È stato aperto infatti alla periferia di Nagoya, nel Giappone centrale, il primo parco a tema dedicato ai lungometraggi animati realizzati in quasi quattro decenni da Hayao Miyazaki e soci.
SI AGGIUNGE, in quel processo di esternalizzazione dell’immaginario dello studio, al Museo Ghibli che già da molti anni attira visitatori provenienti dall’arcipelago e dalle altre parti del mondo, situato nella verdeggiante zona di Mitaka, a Tokyo. Il Ghibli Park, questo è il nome, si trova nella zona, anch’essa ricca di verde, di Nagakute, dove si svolse nel 2005 l’esposizione universale e che già ospitava una riproduzione della casa di Mei e Satsuki da Il mio vicino Totoro. Il nuovo parco consiste di cinque diverse aree, tre delle quali, Ghibli’s Grand Warehouse, The Hill of Youth e Dondoko Forest, inaugurate martedì, mentre le altre due rimanenti, Mononoke Village e Valley of Witches, quest’ultima dedicata a Kiki consegne a domicilio, saranno aperte nei prossimi anni. La zona principale è il Grand Warehouse, un «magazzino» totalmente coperto, grande quattro volte il Museo Ghibli e dove si trovano riproduzioni di scene e luoghi significativi dei lavori Ghibli.
I visitatori possono qui infatti immergersi nei mondi dei lungometraggi dello studio, dal giardino abbandonato de Il castello nel cielo, al Nekobus di Totoro, dalle bancarelle de La città incantata, al mondo in miniatura di Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento.
AL CONTRARIO di quanto succede nel museo di Mitaka, dove non è possibile fare fotografie all’interno, il Ghibli Park sembra invitare i visitatori a scattare foto e postarle online, segno dei tempi, e alcune zone sono state progettate proprio per questo, sedersi sul treno de La città incantata, correre sulle onde con il piccolo Ponyo oppure immersi nella foresta di Principessa Mononoke.
Interessante che sia stato ricavato uno spazio dedicato ad un’area esposizioni, dove verranno organizzate mostre, ed un altro per la costruzione di un cinema dove vengono proiettati i cortometraggi creati dallo studio. Cortometraggi che finora erano visibili solo al museo di Tokyo e che rappresentano, sembrerà paradossale vista la qualità della produzione Ghibli, alcuni dei migliori lavori usciti dallo studio.
Nella zona denominata The Hill of Youth si trova la replica del negozio di antiquariato de I sospiri del mio cuore, film del mai troppo compianto Yoshifumi Kondo, e lungometraggio del quale è nei teatri giapponesi da un paio di settimane un sequel non animato, peraltro poco riuscito. Dondoko Forest è invece una zona più verde che ricrea il mondo del satoyama di Totoro, con tanto di Totoro gigante all’entrata. I biglietti costano fra i 14 e i 17 euro per zona, ma in parte a causa della pandemia, in parte a causa della popolarità dello studio, i biglietti da qui alla fine dell’anno sono già esauriti, il numero dei visitatori è infatti limitato e l’orario d’entrata è fissato.
Cosa significhi la costruzione di questo parco per lo Studio forse è ancora troppo presto per comprenderlo, Miyazaki è in procinto di finire il suo prossimo lungometraggio, in uscita il 2023, ma non potrà di certo andare avanti a creare per l’eternità. Il Ghibli Park forse segnala una trasformazione di Ghibli e del suo mondo in qualcosa di diverso da uno studio di animazione.
matteo.boscarol@gmail.com
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