Il «carrello tricolore» funziona così bene che lo rottamiamo. Con una altra figura di palta che va a sommarsi a quelle fatte su ex Ilva (commissariato da Fitto) e Stellantis (è da luglio che si attende la firma sul piano con gli impegni dell’azienda), il ministro delle Imprese e made in Italy Adolfo Urso ieri al termine del tavolo sull’accordo con le 36 associazioni aderenti, della distribuzione e del commercio, dell’industria e della produzione (con molte assenze) che terminerà il 31 dicembre ha annunciato: «Non credo sia necessario prorogare l’accordo che ha portato al Patto anti-inflazione. Questa è una misura straordinaria, un patto sociale che dalla coltivazione della terra lungo l’intera filiera ha coinvolto anche l’ultimo dei commercianti e farmacisti d’Italia e oltre 31 mila punti vendita. Il sistema Italia ha vinto coeso, ha raggiunto l’obiettivo».

Poi il nuovo annuncio sullo sconto famiglia: «Stiamo realizzando un nuovo intervento dedicato alle famiglie con figli che riguarderà i ristoranti e la ricettività del nostro paese che crede nei valori e lo esprime anche in questo modo nel sostenere la natalità». Dopo aver fatto contenta, con tanta pubblicità gratuita, la grande distribuzione, ora tocca alla lobby dei ristoratori, evidentemente.
L’inflazione è scesa in un anno dall’11,8% allo 0,8%, a novembre, ha rivendicato Urso, le famiglie «possono guardare con più fiducia al Natale».

In realtà, dati Istat, a settembre il «carrello della spesa» era a +8,1%, a novembre è sceso al +5,8%, con un miglioramento del solo 2,3%. L’inflazione generale invece era al 5,3% a settembre e a novembre è stimata allo 0,8% con un miglioramento del 4,5%. Quasi il doppio del «carrello della spesa» con un differenziale che addirittura peggiora passando dal 2,7% di settembre del 5%.

«Abbiamo troppo rispetto per le istituzioni per dire “ma ci faccia il piacere! Le dichiarazioni del ministro Urso ci lasciano stupefatti», dichiara Anna Rea, Presidente Adoc nazionale. «Se il patto anti-inflazione ha raggiunto l’obiettivo, perché non prorogarlo? Si tratta di un flop clamoroso che non ha neanche lontanamente risolto il problema, ma è stata una pura operazione di marketing. I prezzi di largo consumo non sono diminuiti».

E dal 1° gennaio c’è il rischio concreto che le speculazioni ripartano: tanto il trimestre è finito e i prezzi possono aumentare. Ulteriormente.