Economia

Il decreto «di tutto un po’»: mance, condoni, bonus discriminatori

Il decreto «di tutto un po’»: mance, condoni, bonus discriminatori

Il caso Oggi il voto di fiducia al senato sul dl «omnibus»: carcere per chi trasmette i «pezzotti» online, la nuova tassa sul celibato chiamata "bonus natale", il condono nel condono sul concordato fiscale per raggranellare fondi per il taglio dell'Irpef. Un altro esempio di caos legislativo e politico

Pubblicato circa 2 ore faEdizione del 1 ottobre 2024

C’è di tutto un po’ nel decreto che sarà approvato oggi al Senato con la fiducia, poi andrà alla Camera e dovrà essere varato definitivamente entro il prossimo 8 ottobre. Lo hanno chiamato, tanto per cambiare, «Decreto Omnibus». Alla faccia dei limiti costituzionali alla decretazione d’urgenza e dei ripetuti ammonimenti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il parlamento «rischia di fare il vaso di coccio tra due vasi di ferro – ha riconosciuto il presidente della Commissione finanze del Senato, Massimo Garavaglia (Lega) – il governo che legittimamente ha esigenze da rispettare in tempi rapidi, il Quirinale che giustamente tutela il percorso normativo e la Costituzione. Ma in questo modo i senatori e i deputati sono sempre più compressi».

Nella selva di norme c’è un condono che permette di accedere al concordato preventivo biennale con beneficio d’imposta anche a coloro che sistemano la loro violazione degli obblighi tributari con lo strumento del ravvedimento. Al governo serve per raschiare il fondo del barile e finanziare le risorse per il taglio dell’Irpef che sarà fatto nella legge di bilancio ancora in alto mare.
Sarà varato uno di quei bonus che non piacciono alla presidente del Consiglio Meloni: lo hanno chiamato «bonus natale», 100 euro una tantum per chi ha meno di 28 mila euro di reddito che esclude i single e le coppie non sposate con i figli, ma include i vedovi. Invece di aspettare la legge di bilancio, lo vareranno con un decreto. Lo stesso avverrà con il «bonus psicologo»: due milioni di stanziamento in più che si aggiungono sale così a 10 milioni complessivi per il 2024. Tanto per accrescere il caos in uno Stato sociale a pezzi.

Ha fatto parlare la cosiddetta stretta «anti-pezzotto» contro chi pirata le partite su internet. Claudio Lotito, relatore al provvedimento e presidente della Lazio, ieri ha incassato le critiche di Confindustria che ritiene sproporzionata e inefficace la pena fino a un anno di reclusione per i motori di ricerca che sono estranei alla «pirateria». Nel mazzo di un provvedimento caotico e senza un filo ci sono i pieni poteri sui rifiuti al governatore siciliano Schifani fino alla «Zes Unica» al Sud. Presentata come un colpo di genio del governo, sarà finanziata con 1,6 miliardi di risorse aggiuntive per il 2024.

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