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Un mondiale di divieti, sfruttamento e diritti mancati

Il conto alla rovescia dall’inizio dei Mondiali di Calcio 2022 con skyline di Doha foto ApIl conto alla rovescia dall’inizio dei Mondiali di Calcio 2022 con skyline di Doha – Ap

Qatar 2022 La Russia esclusa dalla competizione si congratula con il Qatar per l'organizzazione

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 19 novembre 2022

Mancava solo la cordiale chiamata tra il presidente Vladimir Putin e l’emiro qatariano Tamim bin Hamad Al Thani per dare il via alla Coppa del mondo più controversa nella storia della Fifa. I due si sono sentiti al telefono: il presidente russo ha espresso interesse a lavorare a stretto contatto con il Qatar per assicurare la stabilità del mercato globale del gas. Putin non si è fatto sfuggire l’occasione per congratularsi con l’emiro per l’organizzazione dei mondiali che cominceranno domenica pomeriggio e dai quali la Russia è stata esclusa a seguito dell’invasione dell’Ucraina.

MANCANO oramai poche ora al calcio d’inizio e le polemiche non accennano a fermarsi. Ultima è quella scoppiata ieri riguardo il consumo di alcolici negli stadi. Infatti la Fifa ha fatto sapere che le bevande alcoliche non saranno vendute negli stadi, nonostante, fino a ieri, fossero state indicate delle zone apposite negli impianti sportivi dove si sarebbero potuti acquistare alcolici. Una decisione che arriva a tre giorni dall’inizio della coppa e che inevitabilmente crea non pochi malumori tra i tifosi e tra chi si occupa della vendita di alcolici.

Budwiser è uno dei principali sponsor della Fifa e ha i diritti esclusivi di vendita delle birre ai mondiali. L’azienda ha pubblicato un tweet, poi subito cancellato, in cui definisce la situazione «imbarazzante». La Football supporters association (Fsa) ha criticato la tempistica con cui è stata comunicata la decisione di vietare la vendita di alcolici negli stadi affermando che «se possono cambiare idea su questo in un attimo, senza alcuna spiegazione, i tifosi avranno comprensibili preoccupazioni sulle promesse relative alle questioni culturali».

PROPRIO LE QUESTIONI culturali sono il punto più critico. Il comitato organizzatore ha più volte ribadito che il Qatar è pronto a ospitare i tifosi di tutto il mondo «senza discriminazioni». Appena dieci giorni fa però Khalid Salman, ambasciatore dei mondiali ha affermato che l’omosessualità è una malattia mentale e che in Qatar bisogna seguire la legge di casa, che prevede sette anni di carcere per gli omosessuali.

Vietata quindi la bandiera arcobaleno; vietati i comportamenti intimi tra persone dello stesso sesso e non; vietate le minigonne o vestiti troppo «succinti»; vietati linguaggi scurrili e vietato l’alcol sugli spalti. Non mancano anche nuove denunce di lavoratori migranti sfruttati, come quella che arriva dalle guardie di sicurezza dei parcheggi degli stadi, pagati 35 centesimi l’ora, con un giorno libero al mese e costretti a abitare in campi ai bordi del deserto

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