Comincia a sgretolarsi l’inchiesta Qatargate della magistratura belga, proprio nel giorno in cui l’eurodeputato italiano del Pd Andrea Cozzolino al termine di un interrogatorio a Bruxelles viene posto in stato di fermo. Ma la notizia clamorosa è che il giudice istruttore Michel Claise, volto notissimo della cronaca giudiziaria, lascia l’inchiesta. Il comunicato della procura federale belga lungi dal chiarirne i motivi autorizza ogni sospetto.

«Di recente sono comparsi alcuni elementi che potrebbero sollevare alcune domande sul funzionamento oggettivo dell’indagine», si legge nella nota. E dunque «il giudice Claise informa di aver deciso questa sera di ritirarsi dal fascicolo, in via cautelare e per consentire alla giustizia di continuare serenamente il suo lavoro e di mantenere una necessaria separazione tra vita privata e familiare e responsabilità professionali».

Sempre secondo il comunicato, la decisione è stata presa «nonostante l’assenza di elementi effettivi che possano mettere in dubbio la correttezza di ogni persona coinvolta e il lavoro sostanziale che lo stesso giudice e gli inquirenti hanno svolto in questo caso».

Toccherà però adesso a un altro giudice istruttore andare avanti, dopo che ieri lo stesso Claise ha condotto l’interrogatorio di Cozzolino, che ha respinto gli addebiti, conclusosi con il fermo: oggi la decisione sull’eventuale convalida. Intanto l’ vice presidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, arrestata (e scarcerata) nell’inchiesta Qatargate, ha denunciato la violazione della sua immunità da parte dei servizi segreti che l’avrebbero spiata. E avrebbero spiato anche lo stesso Claisse.