Antonio Panzeri ha firmato un accordo con la procura federale ai sensi degli articoli del codice di procedura penale belga, che «riguardano sospetti che si sono pentiti». L’intesa prevede la reclusione di un anno, una multa e la confisca dei beni acquisiti, «stimati attualmente in un milione di euro». Sulla base della firma, spiegano dalla procura, Panzeri si impegna a «rendere dichiarazioni sostanziali, rivelatrici, veritiere e complete» alla giustizia «in merito al coinvolgimento di terzi e, se del caso, al proprio coinvolgimento in relazione a reati» legati a Qatargate.

«Quella portata avanti in Parlamento era un’iniziativa di lobbying – è la ricostruzione fornita il mese scorso dell’ex parlamentare europeo socialista – Ovviamente cercavamo dei parlamentari che fossero disponibili ad appoggiare certe posizioni in favore del Qatar. Alcuni parlamentari hanno appoggiato tali posizioni per semplice convinzione e li abbiamo invitati ad una riflessione su queste posizioni». Alcuni passaggi della versione di Panzeri sono stati allegati alla richiesta di revoca di immunità per gli europarlamentari Marc Tarabella e Andrea Cozzolino. «In un caso, vale a dire quello di Marc Tarabella, è stato ricompensato più volte per un importo totale, a memoria, di 120-140mila euro», si legge nel verbale. Francesco Giorgi ha confermato questa versione, spiegando che «i deputati corrotti sono Tarabella e indirettamente Cozzolino. Cozzolino era coinvolto con il Marocco, aveva dei contatti con Atmoun [l’ambasciatore marocchino in servizio in Polonia, Ndr] grazie a Panzeri. Panzeri era il presidente della commissione Maghreb, poi ha passato il testimone a Cozzolino. Prendeva delle cravatte o degli abiti. Panzeri ne prendeva anche dopo questo passaggio di testimone».