È iniziata ieri a Strasburgo la procedura per togliere l’immunità parlamentare ai due eurodeputati del gruppo S&D – l’italiano Andrea Cozzolino e il belga Marc Tarabella – coinvolti nello scandalo di corruzione del Qatargate, esploso un mese fa e che si è esteso anche al Marocco. La presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, per la prima volta ha pronunciato in un luogo ufficiale i nomi dei due inquisiti, che su richiesta della magistratura belga dovrebbero vedere levata la loro immunità entro un mese, dopo la riunione della commissione Affari Giuridici e il voto degli europarlamentari alla prossima plenaria di febbraio. Non dovrebbero esserci sorprese: nessun gruppo è contrario. Intanto, dallo scorso dicembre una vice-presidente del parlamento europeo, la socialista greca Eva Kaili, è in carcere. Altre tre persone sono state arrestate, tra cui l’ex eurodeputato italiano, Pier Antonio Panzieri.

Il Qatargate ha scosso la credibilità della sola istituzione eletta della Ue, a 18 mesi dal voto delle prossime europee. Metsola sta cercando di uscire dal tunnel: il 12 gennaio ha presentato un piano anti-corruzione in 14 punti, con misure di lotta contro i conflitti di interesse e l’ingerenza di paesi terzi. Alcune norme sono già esistenti, ma non obbligatorie o comunque applicate con manica larga: per esempio, nel 2022, solo 9 europarlamentari hanno dichiarato di aver ricevuto regali di un valore superiore ai 150 euro, come stabiliscono le regole. Solo qualche giorno fa, lo stesso Tarabella si è improvvisamente ricordato di aver fatto un viaggio in Qatar nel 2020 a spese dell’emirato e di non averlo dichiarato come dovuto. La stessa dimenticanza ha colpito un’altra europarlamentare S&D anch’essa coinvolta dal Qatargate, la belga Maria Arena, che è stata a Doha a spese del Qatar nel maggio 2022. Arena si è dimessa dalla presidenza della sotto-commissione sui diritti umani, come Cozzolino che ha lasciato la testa della delegazione che lavora con i paesi del Maghreb, dopo le rivelazioni sul coinvolgimento del Marocco nel giro di corruzioni. Metsola propone di proibire agli ex parlamentari di fare lavoro di lobby a fine mandato (è questo il periodo più efficace, perché conoscono non solo i meccanismi dell’europarlamento ma anche le persone che dirigono). Le dichiarazioni di interesse sulle attività professionali dovrebbero diventare obbligatoriamente più precise. Le tracce degli incontri con i lobbisti dovrebbero essere rese visibili.

Per migliorare la deontologia, la conferenza dei presidenti di gruppo deciderà tra un mese sulla domanda dei Verdi di escludere dall’accesso al Parlamento europeo il gruppo Pfizer, accusato di opacità e di mancanza di cooperazione sui contratti dei vaccini Covid venduti alla Commissione durante la pandemia. I contratti presentati per visione ai parlamentari sono pieni di omissis, in nome della difesa del segreto degli affari e sono attesi ancora chiarimenti da parte della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.