Lavoratori sottopagati, controllati, licenziati senza giustificazione; barriere informatiche ai controlli delle forze dell’ordine; guadagni nascosti nei paradisi fiscali. E ancora: «Violazione delle leggi, sfruttamento della violenza contro i propri autisti per mettere sotto pressione la politica, pressioni sui governi durante la sua espansione globale aggressiva». Sono le accuse contenute nell’inchiesta giornalistica «Uber files» realizzata dall’International consortium of investigative journalists la cui prima parte è stata pubblicata sulle principali testate internazionali. OLTRE 124MILA documenti dal 2013 al 2017 raccontano l’ascesa della startup di San Francisco, all’epoca gestita dal suo cofondatore Travis Kalanick. Si tratta di una delle piattaforme di lavoro più...