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Sul trattenimento dei richiedenti asilo decideranno le Sezioni unite

Sul trattenimento dei richiedenti asilo decideranno le Sezioni uniteIl centro di Modica – Ansa

Il caso Il 30 gennaio l'udienza della Cassazione sui ricorsi contro i provvedimenti del tribunale di Catania

Pubblicato 11 mesi faEdizione del 21 novembre 2023

È stata fissata per il prossimo 30 gennaio l’udienza della Cassazione che deciderà il destino del dl Cutro in merito al trattenimento dei richiedenti asilo provenienti dai «paesi sicuri» durante l’iter della domanda di protezione internazionale. Un provvedimento ad hoc ha stabilito la data e unificato la discussione dei dieci ricorsi presentati dall’Avvocatura dello Stato. A occuparsi della questione, che da un lato vede il Viminale e dall’altro le decisioni del tribunale di Catania firmate dalla giudice Iolanda Apostolico e dal collega Rosario Maria Annibale Cupri, saranno le Sezioni unite.

Tale destinazione è stata motivata dalla prima presidente di Cassazione Margherita Cassano: i ricorsi «sollevano una questione di massima di particolare importanza circa le condizioni che consentono il trattenimento alla frontiera del richiedente la protezione internazionale» e presentano «aspetti di novità nel panorama giurisprudenziale, anche per il rapporto tra fonti diverse e per il necessario confronto con le pronunce della Corte di giustizia».

In effetti la questione rappresenta un inedito nell’ordinamento italiano dal momento che il trattenimento dei richiedenti asilo appena sbarcati è una novità introdotta dal dl Cutro di marzo scorso, con lo scopo di far svolgere in detenzione le procedure accelerate di frontiera la cui durata massima sarebbe di quattro settimane. Da fine settembre, però, i giudici catanesi hanno emesso 19 ordinanze di non convalida dei trattenimenti disposti dal questore di Ragusa, disapplicando la norma nazionale per far valere quella europea. In particolare la «direttiva rimpatri».

In tutti i casi si trattava di cittadini tunisini arrivati a Lampedusa e condotti successivamente a Modica (Rg), nella provincia siciliana che un decreto dell’agosto 2019 firmato dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini ha trasformato in una zona di transito e di frontiera. Il meccanismo risulta al momento sospeso, con quel centro praticamente svuotato in attesa del pronunciamento della Cassazione che arriverà con tempi più celeri di quanto molti credessero.

Il governo punta al trattenimento sistematico dei richiedenti provenienti dai paesi considerati sicuri, principalmente dalla Tunisia sulla cui valutazione di sicurezza però il tribunale di Firenze ha sollevato dubbi e chiesto al ministero un aggiornamento, per poter realizzare rimpatri a tempo di record.

L’esecutivo spera probabilmente di ottenere un effetto di dissuasione sulle partenze complicando la vita alle persone sbarcate attraverso detenzioni, ridotte possibilità di ottenere il permesso di soggiorno e trasferimenti coatti in Albania. Ma le possibilità di successo di questa strategia sono tutta da verificare.

Ieri intanto la Cassazione ha stabilito che quando un migrante viene soccorso in mare dalla Marina non si può parlare di «ingresso clandestino» nel territorio dello Stato.

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