«Il futuro dell’Ucraina è nella Nato. Tutti gli alleati sono d’accordo su questo punto» ha dichiarato Jens Stoltenberg, il segretario generale dell’Alleanza atlantica, da Kiev. Nella conferenza stampa conclusiva dell’incontro di ieri, accanto al presidente Zelensky, Stoltenberg ha aggiunto che l’obiettivo della Nato è «garantire che l’Ucraina prevalga e continui a esistere come stato sovrano in Europa».

Inoltre, al prossimo vertice di Vilnius, che si terrà l’11 e il 12 luglio, l’adesione dell’Ucraina alla Nato sarà «in cima all’agenda», sostiene il Segretario, e «gli stati membri discuteranno della sua adesione e delle garanzie di sicurezza» da fornire al governo di Kiev. Intanto oggi il Gruppo di contatto per il sostegno all’Ucraina si incontrerà a Ramstein.

IN UNA CAPITALE blindata, di fronte ai mezzi militari russi distrutti e posizionati in bella mostra sulla piana che dal monastero di San Michele si dipana fino alla Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, Stoltenberg ha reso omaggio ai soldati ucraini caduti durante il conflitto con la Russia e non ha lesinato lodi al governo di Kiev per aver arginato le mire espansionistiche di Mosca.

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Dal canto suo, Zelensky ha chiarito che al vertice di Vilnius il suo Paese parteciperà in quanto «non c’è alcuna barriera oggettiva che impedisca l’adozione di decisioni politiche sull’invito dell’Ucraina all’Alleanza». Il generale capo dell’Alleanza aveva già espresso la volontà di invitare Kiev alla conferenza di Vilnius ma il presidente ucraino aveva chiesto un «invito conforme». Ora, sembra, questo invito potrebbe arrivare. Stoltenberg ha visitato anche Bucha e si è detto «profondamente commosso» da ciò che ha visto, cogliendo l’occasione per ribadire che «le atrocità russe continuano oggi contro il popolo ucraino e i responsabili devono essere chiamati a risponderne».

A PROPOSITO DELL’INGRESSO di Kiev nella Nato, il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba la settimana scorsa aveva dichiarato che il Piano d’azione per l’adesione all’alleanza militare euro-atlantica (Membership Action Plan, o Map) non è più un passo necessario per il suo Paese in quanto non si può fare appello a una regola fissa. Il Map è un programma che fornisce «consulenza, assistenza e supporto pratico» specifico in base alle esigenze particolari di ogni Paese che fa richiesta per entrare nell’alleanza. Tuttavia, è un primo passo che non garantisce necessariamente l’ingresso nel gruppo.

Per citare due esempi contrapposti, la Bosnia-Erzegovina è stata invitata a partecipare al Map nel 2010 e ha ufficialmente avviato il suo percorso solo nel 2018. Ad oggi il Paese balcanico non ha ancora ricevuto un invito formale a entrare nell’alleanza. Finlandia e Svezia, di contro, hanno chiesto di divenirne membri nel maggio 2022 e già in luglio la Finlandia ha visto il suo protocollo di adesione firmato. Meno di un anno dopo, il 4 aprile 2023, Helsinki è diventata il 31° membro della Nato. Ora Kuleba vorrebbe per l’Ucraina un iter simile.

MA, È EVIDENTE, non è altrettanto semplice. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha già chiarito che la Russia non può permettere l’adesione dell’Ucraina alla Nato «perché altrimenti rappresenterebbe un grave, significativo pericolo per la sicurezza del nostro Paese».