L’avanzata silenziosa dei russi nel Donetsk: a rischio tutto il sud
Guerra ucraina I soldati di Mosca avanzano su più fronti per tentare di occupare le città ucraine senza troppe perdite, i difensori si trincerano
Guerra ucraina I soldati di Mosca avanzano su più fronti per tentare di occupare le città ucraine senza troppe perdite, i difensori si trincerano
L’avanzata silenziosa delle truppe russe nel Donetsk continua e nell’ultima settimana i soldati di Mosca hanno occupato oltre 200 kmq di territorio ucraino. Si tratta, secondo Bloomberg, del risultato più importante dell’ultimo anno, ottenuto in periodo già favorevole agli invasori.
Dal 6 agosto, infatti, i reparti russi hanno conquistato 1146 kmq, «circa un quarto in più rispetto al periodo da gennaio a luglio 2024». Non si tratta solo di villaggi semi-deserti e insignificanti, ma anche di centri strategici importanti come Selydove, un insediamento a sud-est di Pokrovsk che gli ucraini usavano come avamposto di difesa.
POKROVSK resta l’obiettivo immediato dei russi nel Donetsk meridionale anche se stavolta gli invasori non hanno avuto bisogno di occupare militarmente la cittadina per ottenere dei successi strategici. Da un lato i droni russi hanno ormai il controllo delle autostrade che passano da quest’area e che formavano l’ossatura della catena d’approvvigionamento militare ucraina a ridosso del fronte.
Ora i militari di stanza in Donbass sono costretti a percorrere lunghe deviazioni per raggiungere le postazioni avanzate senza esporsi al rischio dei bombardamenti nemici. Il che, in un contesto di stanchezza cronica, inferiorità numerica e di equipaggiamento costituisce un problema significativo per i reparti di Kiev. Inoltre, la stazione ferroviaria è inservibile da settimane e le rotaie sono state bombardate diverse volte, anche se gli ucraini continuano a ricostruirle per far passare i treni merci carichi di carbone.
È vero, come obiettano i vertici ucraini, che sono già tre mesi che i russi stanno annunciando l’imminente sfondamento a Pokrovsk senza essere ancora arrivati alle porte della città. La resistenza dei difensori è stata superiore alle aspettative e ha rallentato il passo dei russi che per tutta risposta hanno allargato il fronte delle operazioni d’assalto per sfruttare appieno la propria superiorità numerica. Disperdere i reparti ucraini su posizioni diverse, in un quadrante dove le linee di difesa e le trincee si sono rivelate inappropriate, ha funzionato. Certo, il costo in termini di vite umane, di mezzi e armamenti per Mosca è stato alto, ma sappiamo che al Cremlino non si sottilizzano troppo sul mezzo per raggiungere un fine.
Nel frattempo, i battaglioni russi hanno conquistato chilometri preziosi, circa 15 dall’inizio del mese secondo le analisi satellitari. Ma il motivo per il quale non hanno lanciato l’assalto diretto è quello di evitare l’ennesima battaglia campale come a Mariupol, a Bakhmut o ad Avdiivka. Dalla fine dell’estate i russi stanno tentando di chiudere la cittadina di Pokrovsk in una morsa che costringa gli ucraini a ritirarsi in modo da prendere la città quasi intatta e con poche perdite.
PROPRIO COME è successo a Selydove, con i suoi 21mila abitanti il più grande centro conquistato dai russi dai tempi di Avdiivka (febbraio 2024), che costituiva il bastione difensivo di Pokrovsk a sud-est. Avanzando da due lati e isolando la cittadina, i russi hanno obbligato di fatto gli assediati a ripiegare. Ora occupano un centro geograficamente favorevole a nascondere un’intera divisione con i relativi mezzi d’assalto e i centri di comando.
Da queste posizioni si organizzerà il nuovo assalto a Pokrovsk, che ha già perso le sue difese orientali e da tre giorni non può contare neanche più sulla zona cuscinetto che era difesa da Selydove. Secondo il capo dell’amministrazione militare di Pokrovsk, Sergii Dobriak, alcune parti della città saranno chiuse d’ora in poi per permettere la costruzione di nuove fortificazioni difensive. Ciò significa che i militari ucraini si sono ormai rassegnate all’arrivo dei nemici e che tenteranno di respingerli da una posizione per loro sfavorevole in quanto due delle tre vie di rifornimento sono già state tagliate.
Il destino di Pokrovsk resta appeso a un filo ma è certo che i russi faranno di tutto per cercare di conquistarla con il minor numero di perdite possibile così come, dall’altro lato, gli ucraini non possono permettersi una ritirata senza combattere. Anche se, nell’ottica di una guerra ancora lunga, ripiegare potrebbe a un certo punto essere indispensabile.
MA I PROBLEMI di Kiev al fronte non si limitano a Pokrovsk. Poco più a sud c’è Andriivka, l’ultimo avamposto meridionale del Donetsk. È qui che i russi stanno puntando per occupare definitivamente tutta l’area. L’operazione si concentra su due aree principali: l’area di Selydove-Kurakhovka e la direttrice meridionale, dove i russi stanno attualmente avanzando nell’area tra Shakhtarske e Bogoyavlenka.
A Kurakhovka si trova un importante bacino idrico e il fortino dei difensori. Attaccare direttamente qui per i russi comporterebbe perdite molto alte. Per questo i generali hanno scelto di non interrompere l’avanzata a nord e a sud del bacino in modo da creare una “sacca”. Se riuscissero ad avanzare fino al bacino di Kurakhove otterrebbero senz’altro un’ottima posizione per le avanzate future. Da lì, ad esempio, potrebbero lanciare l’assalto finale ad Andriivka, verso la quale il terreno non offre agli ucraini alcuna difesa naturale.
Su un fronte di oltre 70 km si gioca al momento la sopravvivenza di una larga parte del Donbass ucraino. Perderne il controllo significherebbe per Kiev l’inizio dell’ultimo atto nell’est del Paese e la resistenza dovrebbe spostarsi tutta a Kramatorsk. Se tutto ciò che i satelliti oggi ci lasciano supporre si verificasse, l’attuale capitale del Donetsk controllato da Kiev non avrebbe altro destino se non quello di essere trasformata nella Stalingrado ucraina.
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