Economia

Sotto la propaganda, 4 miliardi di tagli: l’allarme dei comuni e delle regioni

Sotto la propaganda, 4 miliardi di tagli: l’allarme dei comuni e delle regioni

La cambiale L'allarme dei governatori e dei sindaci di centrosinistra. Schlein: "Meno servizi ai cittadini, intollerabile"

Pubblicato circa un'ora faEdizione del 19 ottobre 2024

Nella legge di bilancio ci sono circa 4 miliardi complessivi in tre anni ripartiti tra ministeri, enti locali, servizi sociali, Welfare. Senza contare il definanziamento relativo della sanità sulla quale continua la confusione a sui veri numeri. Sono questi i risultati delle voci messe in giro dal governo sulla legge di bilancio, in attesa di leggere cosa hanno scritto davvero in un testo che fino ad oggi non esiste. Forse arriverà la prossima settimana. Lunedì la presidente del Consiglio Meloni e il ministro dell’economia Giorgetti rischiano di fare una conferenza stampa sugli annunci.

Ieri i presidenti di regione e i sindaci di centrosinistra hanno mostrato la loro preoccupazione per i tagli. Alla conferenza Stato-regioni ha parlato la presidente della Sardegna Alessandra Todde: «È una finanziaria debole, incentrata su tagli e austerità, arrogante con i più fragili e troppo timida sugli extraprofitti». Quello della Toscana Eugenio Giani sostiene di non vedere il «finanziamento record» alla sanità in realtà non ci sarebbe. La manovra«non copre nemmeno l’aumento della spesa farmaceutica. Si parla di 2,4 miliardi in più, ma uno era già previsto». Il campano Vincenzo De Lucaha denunciato la «finzione» dei 2,5 miliardi in arrivo dalle banche: «In realtà è solo un prestito che serve a far quadrare i conti quest’anno, ma nessun contributo a fondo perduto». «Un gioco delle tre carte. Con queste risorse non riusciamo ad assumere nemmeno un quarto del personale medico per i pronti soccorso».

Una città come Milano, per bocca del suo sindaco Beppe Sala, è allarmata. «Gli uffici non sono ancora riusciti a capire se e quanti tagli cadranno sulla sua testa. Io continuo a dire che i Comuni hanno sempre subito tagli. Vediamo se c’è proporzionalità coi tagli ai ministeri, alle altre istituzioni, alle Regioni. Altrimenti si taglia sempre sui Comuni».
A Roma si sa già come andrà a finire. Tagli ai servizi già al lumicino. Nei mesi scorsi il sindaco Roberto Gualtieri aveva confessato la sua preoccupazione. Parlò di risorse mancanti tra i 500 milioni e il miliardo di euro. Colpito il Fondo di solidarietà comunale: meno 130 milioni.

Durante la direzione del Pd la segretaria Elly Schlein ha denunciato il rischio che questi tagli passino sottotraccia. «Sugli enti locali si parla di 800 milioni di tagli nel 2025 e 1 miliardo tagliato nel 2026. Questo vuol dire meno servizi ai cittadini, vuol dire abbandonare i Comuni, e non lo possiamo tollerare». E poi in manovra non c’è alcun intervento sul diritto allo studio, zero sul trasporto pubblico, zero sulla casa mentre tante famiglie rischiano lo sfratto.

Continua la polemica sulle detrazioni. Ieri il ministero dell’economia ha fatto sapere che si stanno limando i tetti di spesa modulati in relazione al numero di figli. Le e soglie allo studio potrebbero essere superiori agli importi equivalenti alle percentuali delle indiscrezioni circolate finora (8%, 6% e 4%). Per Schlein «il riordino delle detrazioni aumenterà la pressione fiscale accanendosi ad esempio sulle persone anziane e sole». Per Leonardo Donno dei Cinque Stelle ci sarà «l’indiscrimanata scure applicata sulle detrazioni, con i contribuenti incasellati in tre fasce a seconda dell’entità del taglio che sarà loro inflitto (fino a 50mila euro, tra 50 e 100mila, e oltre 100mila euro)».

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