Manovra: la mannaia sui ministeri e la partita di giro sul cuneo fiscale

I tagli ai ministeri indicati nel Documento programmatico di bilancio (Dpb) inviato alla Commissione Europea contiene solo per il 2025 tagli ai ministeri di circa 2,3-2,4 miliardi di euro. Tranne la sanità, tutti dovranno contribuire tagliando non solo le spese interne – insomma la carta igienica – ma la spesa che interessa i cittadini. Dalla cultura alla scuola e all’università, per non parlare dei trasporti, si parla di tagli lineari medi del 5%.

Si taglia un Welfare, già sottofinanziato, per finanziare «interventi a beneficio di imprese e cittadini» ha detto ieri il ministro dell’economia Giorgetti. Intendendo con questo i «18 miliardi» che serviranno, tra l’altro, a finanziare il taglio del cuneo fiscale (strutturale per 5 anni). Il pilastro della prossima manovra. In realtà si tratta di un’altra partita di giro. La riduzione del cuneo fiscale sarà finanziata dall’Irpef pagata da lavoratori e pensionati con un importo più o meno pari a quello previsto (circa 10 miliardi). Si usano le tasse dei lavoratori per abbassare le tasse del «costo del lavoro».

La partita di giro è stata spiegata dal segretario confederale della Cgil Christian Ferrari: «Il governo rivendica il calo delle tasse. Non è vero e ce ne renderemo conto a breve. Chi vive di reddito fisso tra gennaio e agosto 2024 ha pagato oltre 10 miliardi di Irpef in più (il «tesoretto» di cui si è parlato nella conferenza stampa di Giorgetti).I lavoratori pagheranno di tasca propria quasi tutti i benefici derivanti dalla decontribuzione e dall’accorpamento delle prime due aliquote Irpef».