Manovra: 350 milioni di tagli agli enti locali, servizi a rischio già dal 2025
La cambiale Via XX settembre: «Serve a rispettare i vincoli stabiliti dal nuovo patto Ue di stabilità». Nei prossimi tre anni saranno tagliati 1,5 miliardi di euro
La cambiale Via XX settembre: «Serve a rispettare i vincoli stabiliti dal nuovo patto Ue di stabilità». Nei prossimi tre anni saranno tagliati 1,5 miliardi di euro
Già nel 2025 i Comuni, le province e le regioni dovranno tagliare i propri servizi per circa 350 milioni di euro. Nei due anni successivi – si legge nel Documento programmatico di bilancio (Dpb) approvato dal governo Meloni – i sacrifici che dovranno imporre ai loro cittadini saranno più gravosi: nel 2026 saranno tagliati circa 550 milioni, nel 2027 circa 600 milioni.
In totale, circa un miliardo e mezzo di euro di tagli in più. Che dovrebbe aggiungersi al miliardo già tolto dalla legge finanziaria precedente del governo Meloni. In fondo l’austerità che entrerà in vigore ufficialmente nel 2025, con il nuovo «patto di stabilità» europeo firmato dall’attuale esecutivo, è in vigore informalmente da molti mesi in Italia. A cominciare dagli enti locali.
Per il ministro dell’Economia Giorgetti gli enti locali hanno avuto un trattamento di favore nel nuovo round di tagli. Ieri ha detto il loro «contributo alla spesa pubblica» (cioè il taglio dei servizi ai cittadini, ndr.) è «molto più vantaggioso rispetto ai termini difficili imposti negli anni scorsi, cioè l’accantonamento di una quota delle spese correnti e delle spese di investimento, che a noi serve per rispettare la traiettoria della spesa, il nuovo vincolo previsto dal Patto di stabilità».
«Le promesse che ci sarebbe stata attenzione nei confronti dei comuni sono state totalmente disattese – ha detto la sindaca di Firenze Sara Funaro – si mettno in difficoltà i servizi ai cittadini».
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento