Sfruttamento, il rovescio della medaglia
Il rovescio della medaglia. Un contro-diario olimpico. Cosa succede a Parigi mentre il mondo ha gli occhi puntati sui Giochi
Oggi, giorno di conclusione delle Olimpiadi parigine, è d’uopo ricordare qualche nome. Amara Dioumassy, operaio di 51 anni, padre di 12 figli, è morto a giugno 2023 investito da un camion sul cantiere di Austerlitz, dove si è costruita un’enorme piscina per contenere le fogne della capitale e permettere lo svolgimento delle gare di nuoto nella Senna.
Maxime Wagner, lui, è morto a 37 anni nel 2020, sul cantiere della metropolitana 14, che è stata estesa fino al villaggio olimpico, al nuovo «polo Saint-Denis Pleyel». Per costruire questo nuovo polo modale sono morti nel 2022 Abdoulaye Soumahoro, 41 anni, e Joao Batista Miranda, 61 anni. Jérémy Wasson è morto nel 2020 a 21 anni, sul prolungamento dell’interurbana E. Era in stage.
Franck Michel, camionista di 58 anni, è morto l’8 marzo 2023 sul cantiere della nuova linea metro 16. Seydou Fofana, operaio di 21 anni, è morto qualche giorno dopo, stritolato da un blocco di cemento sul cantiere della linea 17. L’inaugurazione delle nuove linee 15, 16 e 17 era inizialmente prevista per le Olimpiadi. A parte il primo citato, si tratta dei cantieri del Grand Paris Express, il cui completamento era uno dei pezzi forti del dossier che Parigi ha presentato al Cio. Per quanto riguarda i cantieri olimpici «ufficiali», l’azienda titolare ha comunicato che vi sono stati 181 incidenti sul lavoro, dei quali 31 gravi.
Secondo la Cgt, i cantieri olimpici sono luoghi nei quali si è operato un «super sfruttamento dei lavoratori sans papiers». Un fenomeno per il quale «la responsabilità dello Stato è centrale, giacché quest’ultimo rifiuta di metterli in regola» si legge in uno studio pubblicato a dicembre. Sono molte le vicende legate alle Olimpiadi a essere occultate dal carrozzone mediatico che sorregge lo «spirito olimpico». Il 6 agosto, per esempio, mentre un pubblico selezionato si godeva il beach volley sotto la Tour Eiffel, a Bastille la polizia sgomberava manu militari un accampamento di centinaia di famiglie senza casa e minori non accompagnati, lasciati da mesi senza un tetto sulla testa. Una goccia nel mare delle decine di migliaia di «indesiderabili» sgomberati nel corso degli ultimi due anni per fare spazio alle Olimpiadi, che verranno ricordate come un successo dal pubblico e dalle migliaia di giornalisti che hanno potuto assistervi.
Ma per tutti gli altri, non resterà che il rovescio della medaglia: le morti sui cantieri messi sotto pressione dall’evento globale, gli sgomberi per fare spazio alle telecamere del mondo intero, il controllo dello spazio sociale, la repressione, lo sfruttamento.
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