Partono oggi le Paralimpiadi di Parigi 2024 dove, fino a domenica 8 settembre, 4400 atleti provenienti da 185 paesi diversi si sfideranno nella diciassettesima edizione ufficiale della competizione. Un numero così alto di partecipanti non si era mai raggiunto nella storia e per questo sono previsti record sia per varietà di discipline disputate (22), sia per il numero delle categorie ed eventi presenti (549).

La capitale francese si prepara alla cerimonia di inaugurazione con grandi numeri attesi anche tra gli spalti. Saranno 75 mila le persone che assisteranno dal vivo alla sfilata: 30 mila in Place de la Concorde, con biglietti a pagamento, 15 mila gratuitamente dal fondo degli Champs-Elysees, e altri 30 mila nei giardini del Louvre, sempre senza la necessità di un biglietto, a due passi dal braciere olimpico. Numeri altissimi come era accaduto per la cerimonia dei Giochi del 26 luglio, e non avere spazi circoscritti, come ad esempio in uno stadio, rende più difficile garantire la sicurezza. Il ministero dell’Interno per questo schiererà 25 mila agenti di polizia e gendarmi ai quali aggiungere 10 mila agenti di sicurezza privata. Il direttore artistico della serata è Thomas Jolly, lo stesso dell’innovativa e discussa cerimonia di un mese fa sulla Senna che scatenò polemiche in Italia e non solo.

LA TORCIA olimpica invece è stata accesa sabato 24 agosto sotto la pioggia inglese, dove nacque il movimento nel 1948, sotto il tunnel della Manica passerà poi in mani francesi e attraverserà circa cinquanta città transalpine. In totale le fiaccole saranno una dozzina, una sola quella principale, e arderanno fino a giungere in serata a Parigi per l’accensione del braciere olimpico nel Giardino delle Tuileries. Per quanto riguarda gli azzurri, domani alle 19 sarà inaugurata Casa Italia e la nazionale sarà impegnata nel tennistavolo, nel badminton, nel tiro con l’arco, nel ciclismo e nel nuoto, con medaglie subito in palio in queste ultime due discipline. Nell’edizione francese la squadra azzurra sarà composta da 70 atlete e 71 atleti, 17 per specialità, numeri mai raggiunti anche in questo caso. I portabandiera saranno proprio Ambra Sabatini (atletica) e Luca Mazzone (ciclismo). Sono già previste polemiche per la presenza in squadra azzurra di Valentina Petrillo, prima atleta transgender alle Paralimpiadi che gareggerà nell’atletica con i 200 e 400 metri piani, nella categoria T12 per ipovedenti. Molte avversarie lamentano di doversi confrontare con una rivale dalle caratteristiche a loro avviso troppo maschili, una sorta di déjà-vu di quanto fummo costretti ad assistere con il caso di Imane Khelif.

Se abbiamo le Paralimpiadi lo dobbiamo a Ludwig Guttmann, neurochirurgo tedesco-britannico che nel 1948 organizzò i giochi di Stoke Mountanville. L’ospedale cittadino ospitava il National Spinal Injuries Centre, dove si curavano molti veterani di guerra con lesioni spinali. Alla prima edizione parteciparono esclusivamente persone su sedia a rotelle e Guttmann, che credeva nello sport come un importante metodo di terapia per la riabilitazione del personale militare ferito, coniò per la prima volta il termine «Paraplegic Games». Negli anni, da piccolo evento locale si trasformò in un vero e proprio movimento globale, culminato in quelli che sono considerati i primi giochi paralimpici ufficiali: quelli di Roma 1960. Il termine «Giochi paralimpici» è stato applicato retroattivamente dal CIO nel 1984, fino ad allora si continuarono a chiamare «International Stoke Mandeville Games» di cui quella di Roma fu la nona edizione.

NELLA STORIA ci sono stati molti loghi, l’attuale è stato creato nel 2003 ad Atene e rappresenta tre Agitos, in latino «agito» ovvero «io mi muovo», colorati in rosso, in blu e in verde; i tre colori più utilizzati nelle bandiere dei Paesi del Mondo, a simboleggiare inclusività e la bellezza della diversità. Anche le Paralimpiadi, come i Giochi Olimpici, si svolgono sia d’estate che d’inverno e si dividono in tre macro categorie: disabilità fisica, visiva e sensoriale ed intellettiva. Le Paralimpiadi rappresentano oggi la massima espressione di un evento sportivo inclusivo. Infatti oltre a essere specifiche per persone con disabilità, le nelle diverse gare si sfidano persone con la stessa disabilità per dare a tutti le stesse possibilità ai nastri di partenza.

Dalla prima edizione del 1960 sono 599 le medaglie conquistate dall’Italia (167 d’oro, 202 d’argento e 230 di bronzo). Nella scorsa edizione di Tokyo 2021 è stato raggiunto lo storico risultato di 69 medaglie (14 ori, 29 argenti, 26 bronzi). Meglio di così, solo ai primi Giochi romani di 64 anni fa, non paragonabili a quelli odierni per partecipazione (solo quattrocento atleti di 23 Paesi). La vera impresa ci fu nella finale femminile dei 100 metri piani, che confermò lo stato di grazia dell’atletica italiana dopo l’oro di Jacobs: Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Graziana Contrafatto, regalarono un podio tutto azzurro. Per la diciannovenne Sabatini arrivò addirittura il record del mondo: oro con un 14.11 da mozzare il fiato, seguita dall’argento di Caironi (14.46) e dal bronzo di Contraffatto (14.73).