La sfida di questa sera al Principality Stadium di Cardiff tra Galles e Francia (Skysport Arena, 21:00) è l’anticipo della penultima giornata del Sei Nazioni di rugby che si completerà domani con Italia-Scozia e Inghilterra-Irlanda. Il Galles, campione uscente, è ormai tagliato fuori dai giochi per le due sconfitte rimediate con Irlanda e Inghilterra ma può tentare di sgambettare i coqs, gli unici che viaggiano a punteggio pieno e puntano al Grande Slam. La partita si annuncia promettente e l’esito non è scontato: quando si gioca nel Principato vale pur sempre la regola enunciata a suo tempo da Sean Fitzpatrick, uno dei più forti giocatori nella storia degli All Blacks: “Non è possibile andare in Galles e vincere. Al massimo può capitare di fare più punti di loro”. Certo, la Francia di Fabien Galthié gioca un rugby a volte stratosferico per velocità e perizia tecnica, e sabato scorso a Edimburgo ha rifilato ben sei mete agli scozzesi, ma la “situazione Cardiff”, come la definirebbe Quentin Tarantino, è la classica palude nella quale entri senza certezza di uscirne indenne. Due graditi rientri: il terzalinea rastaman Josh Navidi tra i dragoni e Gabin Viliere, trequarti ala dai guizzi fulminanti, tra i galletti.

DOMANI (Skysport 1, 15:15) tocca agli azzurri. Contro la Scozia, che in un’epoca ormai remota attendevamo a Roma per conquistare sul campo quella vittoria che ci metteva al riparo dal cucchiaio di legno. Bei tempi. Le cose poi sono cambiate: di là dai borders il rugby ha ripreso fiato e non c’è più stato verso di mettere sotto il quindici del cardo. Contro gli scozzesi gli azzurri conquistarono l’ultimo successo nel torneo: era il 28 febbraio 2015 e al Murrayfield andò in scena un match bizzarro, con Kelly Haimona in cabina di regia, una delle molte meteore passate per la maglia numero 10 orfana del divino Diego Dominguez. Da allora sono passati sette anni e una striscia ininterrotta di sconfitte. L’Italia è reduce dal 57 a 6 di Dublino, con la squadra ridotta in 13 e nel finale persino in 12, in un match che è stato sfida alla pari soltanto per venti minuti. Nelle tre partite finora disputate, al netto dello scarto tecnico, la nostra nazionale è stata di volta in volta dignitosa (Francia), mediocre (Inghilterra), ingiudicabile (Irlanda). Oggi si attende la nuova versione, magari quella “disciplinata”, e sarebbe un passo in avanti. Haime Faiva si è preso un mese di squalifica e al suo posto c’è un esordiente assoluto, Giacomo Nicotera, triestino, classe ’96, in forza a Treviso. Fuori anche l’infortunato Stephen Varney e a vestire la maglia numero 9 sarà Callum Braley, sei presenze in azzurro che non hanno mai lasciato il segno (non era il caso di puntare su Alessandro Fusco, apparso acerbo ma intraprendente?). E’ un match in salita, con un tasso di difficoltà forse insormontabile e solo parzialmente mitigato dal ritrovarsi tra le mura amiche dell’Olimpico. La Scozia è molto più forte. Dietro a Stuart Hogg, il carismatico capitano, ci sono autentici campioni, un pacchetto di mischia tra i più combattivi e una bella coppia in mediana (Finn Russell e Ali Price), oltre ai guizzi di Darcy Graham e la qualità dei due centri. Hanno solo un difetto, gli scozzesi: a volte tendono a perdersi in un bicchier d’acqua, commettendo irreparabili errori. 

Il big match della quarta giornata è però quello che andrà in scena al Twickenham di Londra (SkySport Arena, 20:15) tra Inghilterra e Irlanda, rispettivamente terza e seconda in classifica, pronte ad approfittare di un passo falso dei capilista francesi. La sfida ha un sapore antico ed è insaporita da antiche rivalità. I ramarroni verdi sono in corsa anche per la Triple Crown e recuperano Johnny Sexton, il loro ispiratore del gioco, ma hanno perso il pilone sinistro Andrew Porter; gli inglesi si presentano con la miglior formazione tra quelle possibili ma fino a oggi non hanno mai pienamente convinto. La partita si annuncia furente. Pronostico apertissimo e spettacolo assicurato.

Classifica: Francia 14; Irlanda 11; Inghilterra 10; Scozia e Galles 5; Italia 0.